Grave allarme in Campania per la carenza di medici di medicina generale, una situazione che rischia di lasciare fino a 900mila assistiti senza copertura sanitaria di base. «Non parliamo di numeri su un foglio, ma di persone. Con 700 carenze ancora da assegnare non si può garantire continuità di cura né una campagna vaccinale efficace contro influenza, Covid e polmonite», dichiara Vincenzo Schiavo, presidente provinciale della Fimmg Napoli, che chiede un piano straordinario regionale per colmare il vuoto di organico.
In Campania si contano oggi circa 3.500 studi di medicina generale per una popolazione di 4,9 milioni di cittadini sopra i 14 anni. Le 700 sedi vacanti, che avrebbero dovuto essere pubblicate lo scorso luglio, rappresentano circa un quinto del fabbisogno complessivo.
Dietro questi numeri, però, si nasconde una crisi profonda. Le grandi città soffrono per l’eccessivo carico di pazienti, mentre le aree interne restano del tutto scoperte, con ambulatori chiusi e intere comunità prive di un punto di riferimento sanitario.
«Senza il medico di famiglia il cittadino resta solo – spiega Pina Tommasielli, dirigente regionale Fimmg Campania – e quando l’influenza e il Covid torneranno a circolare, i pronto soccorso rischieranno di essere travolti. Se non si interviene ora, a novembre potremmo trovarci con file interminabili e una copertura vaccinale sotto la soglia di sicurezza».
Le conseguenze si vedono già: pazienti cronici senza presa in carico, ritardi nelle diagnosi, minore aderenza alle terapie e aumento degli accessi impropri ai pronto soccorso, con il rischio di saturare l’intero sistema ospedaliero.
«La medicina generale è l’argine che impedisce al sistema di andare in crisi – prosegue Schiavo – ma se quell’argine cede, l’impatto sarà devastante. Serve la pubblicazione immediata delle carenze e un calendario certo per i conferimenti, insieme a misure ponte per garantire la presenza di medici nelle zone più scoperte».
Per la Fimmg Napoli, la priorità è proteggere i pazienti fragili e mantenere una rete di cure di prossimità. «Dobbiamo rendere la professione attrattiva e semplificare le procedure – concludono Schiavo e Tommasielli –. Senza un intervento immediato, la Campania rischia di affrontare la stagione influenzale con un milione di cittadini senza medico, vaccinazioni in calo e ospedali sotto pressione».