Porta la moglie in ospedale, inciampa e muore al pronto soccorso

Aperta un’inchiesta per presunta malasanità

A cura di Redazione
20 dicembre 2025 20:00
Porta la moglie in ospedale, inciampa e muore al pronto soccorso -
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Un’attesa in ospedale si è trasformata in tragedia per Giovanni Guddo, muratore palermitano di 64 anni, morto il 13 novembre dopo una caduta avvenuta alcuni giorni prima all’interno dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. La Procura ha aperto un’inchiesta per fare luce su un possibile caso di malasanità, disponendo il sequestro della documentazione clinica.

L’uomo era caduto lungo la rampa esterna del padiglione B, riportando un grave trauma facciale. Secondo quanto denunciato dai familiari, un ritardo di oltre nove ore nella valutazione neurochirurgica avrebbe avuto un ruolo determinante nell’esito fatale.

L’autopsia e gli accertamenti in corso

Nei giorni scorsi è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Guddo. I risultati definitivi, comprensivi degli esami istologici e tossicologici, saranno disponibili entro circa sessanta giorni. Gli accertamenti serviranno a stabilire se un intervento più tempestivo avrebbe potuto evitare il decesso.

La magistratura dovrà chiarire eventuali responsabilità a carico della struttura sanitaria o del personale medico coinvolto.

La caduta durante una visita in ospedale

I fatti risalgono al 7 novembre. Giovanni Guddo aveva accompagnato la moglie Cristina, 61 anni, all’ospedale per una visita diabetologica già programmata. Durante l’attesa, l’uomo si sarebbe allontanato per fare colazione, perdendo l’equilibrio sulla rampa esterna del padiglione.

Nell’esposto presentato alla Procura, gli avvocati della famiglia – Domenico Cancemi, Rosanna Siino e Annalisa Indelicato – segnalano che il tratto di percorso era in condizioni non ottimali e privo di adeguata segnaletica di pericolo, configurando una situazione potenzialmente rischiosa per i pazienti e i visitatori.

Lesioni gravi e ritardi nelle cure

A seguito della caduta, Guddo aveva riportato fratture al naso, ecchimosi diffuse e lacerazioni. Nonostante la gravità del quadro clinico, secondo quanto riferito dai legali, la valutazione neurochirurgica sarebbe avvenuta solo dopo oltre nove ore.

Un ritardo che, sempre secondo la denuncia, avrebbe consentito all’emorragia di aggravarsi fino a rendere inefficace qualsiasi tentativo terapeutico.

Sei giorni di ricovero e poi il decesso

Giovanni Guddo è rimasto ricoverato per sei giorni prima di morire. Nel frattempo, la Procura ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e di tutta la documentazione sanitaria relativa al suo percorso ospedaliero.

“La famiglia chiede di accertare se si sia trattato di una tragica fatalità o di eventuali negligenze”, spiegano gli avvocati. “L’esposto è stato presentato per fare piena luce su quanto accaduto e verificare possibili responsabilità”.

L’inchiesta dovrà ora stabilire se il decesso sia riconducibile esclusivamente alle conseguenze della caduta o se un intervento medico più rapido avrebbe potuto cambiare l’esito della vicenda.

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