L'autopsia fa gelare il sangue: "Cristina poteva salvarsi se operata subito"

L’autopsia sul corpo di Cristina Pagliarulo, 41 anni, morta lo scorso marzo all’ospedale Ruggi di Salerno, ha stabilito che la donna avrebbe potuto essere salvata se fosse stata operata in tempo. La r...

14 settembre 2025 20:30
L'autopsia fa gelare il sangue: "Cristina poteva salvarsi se operata subito" -
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L’autopsia sul corpo di Cristina Pagliarulo, 41 anni, morta lo scorso marzo all’ospedale Ruggi di Salerno, ha stabilito che la donna avrebbe potuto essere salvata se fosse stata operata in tempo. La relazione tecnica evidenzia che la morte era “prevedibile e prevenibile”, e definisce la condotta dei medici chiaramente colposa.

Ritardo nell’intervento: la ricostruzione dei fatti

Cristina Pagliarulo si presentò al pronto soccorso alle 3:05 del 3 marzo 2025. Solo dieci ore dopo, le fu effettuata una TAC, che evidenziava chiaramente un’ischemia intestinale. Nonostante gli esiti diagnostici, nessun medico sembrava comprendere la gravità della situazione.

Secondo quanto riportato dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro (Rete 4), Cristina continuava a lamentarsi e chiedere aiuto. In un episodio drammatico, una dottoressa, infastidita dai suoi lamenti, chiamò il reparto di psichiatria. Solo alle 17:30 del 4 marzo, più di 36 ore dopo l’ingresso al pronto soccorso, Cristina fu finalmente portata in sala operatoria.

L’autopsia ha confermato che questo ritardo è stato determinante nella morte della donna.

La relazione tecnica dell’autopsia

Secondo la relazione autoptica, il mancato intervento chirurgico nei tempi raccomandati rappresenta una grave violazione delle leges artis, con conseguente peggioramento delle condizioni cliniche fino al decesso.

Il documento precisa che:

il nesso causale tra il ritardo e il decesso è scientificamente fondato;

l’evento fatale sarebbe stato prevedibile e prevenibile;

se Cristina fosse stata operata entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi, si sarebbe potuta evitare l’ischemia intestinale e la successiva necrosi diffusa che ha portato alla morte.

Indagini e responsabilità

Attualmente, 7 medici sono indagati dalla Procura di Salerno. L’inchiesta mira a stabilire eventuali responsabilità penali e organizzative.

Nei giorni scorsi, la madre di Cristina ha protestato durante la visita del governatore Vincenzo De Luca, dichiarando: “Mia figlia è stata condannata a morte in questo ospedale”.

Il neo direttore generale del Ruggi, Ciro Verdoliva, ha promesso massimo impegno nell’indagine interna, assicurando di chiarire le responsabilità sia dei professionisti che dell’azienda ospedaliera.

Puntata di Fuori dal Coro

La trasmissione di Rete 4 dedicherà alla vicenda una puntata speciale, diffondendo ulteriori dettagli sull’autopsia e sul ritardo che ha portato al tragico decesso di Cristina Pagliarulo.

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