Si è concluso con una condanna a due anni di reclusione con pena sospesa il lungo processo che ha visto protagonisti due cugini, finiti davanti al tribunale di Nola dopo una violenta lite scaturita da un dissidio familiare. La vicenda, iniziata nell’estate del 2020, aveva avuto origine da uno scontro tra i rispettivi padri – fratelli tra loro – che, il 3 agosto, avevano perso il controllo durante un’accesa discussione.
Il diverbio tra i genitori sembrava destinato a restare confinato nella sfera privata o, al più, a essere trattato in sede civile. Tuttavia, il conflitto si è esteso ai figli, sfociando in un episodio ben più grave. Secondo quanto emerso in aula, ad avere inizialmente la peggio fu l’automobile del giovane accusato, danneggiata con una mazza dall’altro cugino, autore della successiva denuncia per tentato omicidio.
Il processo ordinario, celebrato a Nola, ha avuto un iter lungo e articolato, durato circa quattro anni. Il giudice, dopo aver ascoltato i testimoni di accusa e difesa e letto l’informativa dei carabinieri delegati alle indagini, ha deciso di derubricare il reato da tentato omicidio a lesioni aggravate. La richiesta della Procura era stata pesante: oltre sei anni di carcere, ma la sentenza si è conclusa con una pena più contenuta, sospesa.
Si tratta di una parziale vittoria per il collegio difensivo – composto dal prof. avv. Vincenzo Maiello e dagli avv. Pasquale Mazzeo e Antonio De Simone – che fin dall’inizio ha sostenuto l’eccessiva gravità dell’accusa e ha cercato di evidenziarne le incongruenze. Durante il dibattimento, alcune testimonianze dell’accusa hanno sollevato dubbi e zone d’ombra che, secondo la difesa, hanno influito sulla decisione finale del giudice.
La sentenza, tuttavia, non chiude definitivamente il caso. I difensori dell’imputato hanno già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello, convinti di poter ottenere un’assoluzione piena.