Secondo il nuovo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), il futuro climatico del nostro pianeta si fa sempre più incerto e allarmante. Le proiezioni per il periodo 2025-2029 indicano un’elevata probabilità che le temperature globali superino in modo significativo i livelli preindustriali.

Rischio concreto di superare la soglia critica di 1,5°C
L’OMM ha stimato che vi sia l’86% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni superi la soglia critica di +1,5°C rispetto all’era preindustriale (1850-1900). Si tratta di un dato che evidenzia un’accelerazione del riscaldamento globale, con conseguenze sempre più tangibili sull’ambiente e sulla vita delle persone.

Inoltre, la probabilità che il riscaldamento medio quinquennale superi il limite di 1,5°C è salita al 70%, rispetto al 47% registrato nel 2024. Questo incremento riflette la tendenza a lungo termine che sta portando il pianeta verso una crisi climatica senza precedenti.

Il 2024 ha già stabilito un nuovo record
Il 2024 ha rappresentato un anno spartiacque. Secondo il rapporto, la temperatura media globale annuale ha toccato circa +1,6°C, segnando un nuovo massimo storico. Questo valore si traduce in un aumento significativo della frequenza e dell’intensità di eventi meteorologici estremi.

Tra caldo record e fenomeni estremi: gli effetti già visibili
Le ripercussioni del cambiamento climatico sono già evidenti. Il 2025 ha registrato la primavera più soleggiata nel Regno Unito dal 1910, con ben 630 ore di sole tra marzo e maggio. Tuttavia, non si tratta solo di un’anomalia isolata: l’intero pianeta sta assistendo a un’intensificazione di ondate di calore, precipitazioni violente, siccità prolungate e innalzamento del livello del mare.

Secondo Ko Barrett, vicesegretario generale dell’OMM, «ogni frazione di grado in più intensifica i fenomeni estremi». Pertanto, l’urgenza di agire non riguarda più solo il futuro, ma anche il presente.

L’Artico: la regione più vulnerabile
In particolare, l’Artico continua a riscaldarsi a un ritmo più rapido rispetto ad altre regioni del globo. Gli inverni artici nei prossimi anni potrebbero essere fino a 2,4 gradi più caldi della media preindustriale. Parallelamente, si registra una continua diminuzione del ghiaccio marino, in particolare nei mari di Barents, Bering e Okhotsk, con gravi implicazioni per la biodiversità e le comunità locali.

Le raccomandazioni dell’OMM: serve un adattamento basato sulla scienza
L’OMM lancia un chiaro appello ai governi e alle istituzioni: «Non ci sono segnali di tregua». Di conseguenza, è necessario adattarsi al cambiamento climatico con strumenti efficaci e scelte informate, fondate sulla scienza. Le politiche climatiche devono essere rafforzate, così come gli investimenti in tecnologie verdi, monitoraggio ambientale e resilienza delle infrastrutture.