Una sentenza storica emessa dal Tribunale di Trieste, creando un importante precedente per le famiglie che hanno perso i propri cari a causa dell’esposizione all’amianto. Il verdetto condanna l’azienda Fincantieri per la morte dell’operaio Alfio Derin e ordina un risarcimento del danno di 850.000 euro alla sua famiglia. Questo caso risale al 2016/17.

Alfio Derin era un elettricista che, per il suo lavoro, è stato esposto all’amianto nei cantieri riuniti dell’Adriatico, successivamente assorbiti da Italcantieri e quindi da Fincantieri. La sua agonia è iniziata quando gli è stata diagnosticata una forma di mesotelioma nel marzo 2017, e i sanitari dell’Ospedale di Cattinara, a Trieste, hanno informato Derin che la sua malattia aveva origine dalla “pregressa esposizione all’asbesto”.

Dopo anni di battaglie legali, il tribunale ha ora condannato Fincantieri a risarcire la famiglia per un totale di 850.000 euro. Questa cifra è suddivisa in 224.000 euro circa per i danni subiti dal lavoratore, che saranno liquidati pro quota agli eredi, 243.000 euro circa per la vedova, Fides Fontanot, e 197.000 e 204.000 euro circa per le due figlie orfane, Lucilla Derin e Patrizia Derin.

Il team legale, guidato dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, affiancato dall’Avv. Corrado Calacione, è riuscito a dimostrare il nesso causale tra l’esposizione all’amianto e la morte dell’operaio.

Questa sentenza ha un impatto significativo poiché apre la strada a ulteriori azioni legali e risarcimenti per le vittime dell’amianto e le loro famiglie. Questa vicenda mette in luce l’urgenza di affrontare la sfida delle malattie correlate all’amianto, un problema che riguarda non solo Trieste ma anche altre regioni italiane, tra cui la Campania, con una particolare incidenza a Castellammare a causa della presenza storica del cantiere navale.

L’Avv. Ezio Bonanni sottolinea: “Finalmente abbiamo ottenuto giustizia. Continua purtroppo la strage di malattie legate all’amianto nell’industria cantieristica navale. I dati del VII ReNaM, fermi al 2017, sono quantomeno allarmanti, con 982 casi di mesotelioma, che rappresentano il 4,4% del totale. I dati dell’ONA indicano che, a partire dall’estate del 2023, ci sono almeno 1.150 casi di mesotelioma, oltre a circa 2.000 decessi per tumori polmonari correlati all’amianto, oltre a numerose altre malattie legate all’amianto.”

In risposta a questa epidemia, l’ONA ha istituito un numero verde (800.034.294) e uno sportello amianto (https://www.osservatorioamianto.com/sportello-nazionale-amianto/) per fornire consulenza gratuita alle vittime dell’amianto e alle loro famiglie. Questa sentenza invia un chiaro messaggio sull’importanza della diagnosi precoce, della terapia e della cura, nonché del giusto risarcimento per le vittime delle malattie correlate all’amianto. La lotta contro questa epidemia continua, e il verdetto rappresenta un passo avanti nel garantire che giustizia sia fatta per le vittime e le loro famiglie.