La Corte di Appello di Napoli, presieduta da Daniela Critelli, ha confermato la condanna inflitta in primo grado a Giovanni Cellurale, 51 anni, originario di Aversa (Caserta), già condannato all’ergastolo per omicidio, per le minacce aggravate dal metodo mafioso rivolte a Maria Bertone, direttrice dei quotidiani Cronache di Napoli e Cronache di Caserta.
La pena per le minacce è di un anno e sei mesi di reclusione, il massimo previsto dalla legge per questo tipo di reato.
Le minacce dal carcere
Il caso risale al 2021, quando Cellurale, detenuto presso il carcere di Palermo Pagliarelli, inviò una lettera minatoria alla redazione di Cronache.
Nella missiva, firmata con nome e cognome, l’uomo minacciava di sparare alla direttrice e faceva riferimento alla sua “uscita dal carcere”, usando un linguaggio intimidatorio e riferimenti a terzi.
L’esponente dei Casalesi
Giovanni Cellurale è considerato dagli inquirenti un esponente di vertice della fazione Caterino di Cesa, collegata al clan dei Casalesi, guidato dal boss Francesco Bidognetti, noto come “Cicciotto ‘e mezzanotte”.
In entrambi i gradi di giudizio, Maria Bertone è assistita dall’avvocato Gennaro Razzino. Si sono costituiti parte civile anche la cooperativa Libra, editrice di Cronache, e l’Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli.
Il percorso giudiziario
La sentenza di primo grado era stata emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Luciana Crisci, su richiesta del pubblico ministero Fabrizio Vanorio, accogliendo la richiesta di condanna per le minacce aggravate dal metodo mafioso.
La conferma in appello ribadisce la responsabilità di Cellurale anche per le intimidazioni rivolte a una giornalista nell’esercizio delle sue funzioni, un episodio che evidenzia le criticità legate alla sicurezza dei cronisti impegnati nella cronaca giudiziaria e antimafia.