Un nuovo caso di presunta malasanità scuote la Sardegna, mettendo in luce le gravi carenze del sistema sanitario nelle aree interne. La vittima è Nanni Mereu, 46 anni, originario di Aritzo (Nuoro), deceduto a causa di un infarto dopo non aver trovato assistenza immediata.

Guardia medica chiusa e soccorsi in ritardo

Il malore è arrivato improvviso, al termine di una serata trascorsa con gli amici. Accompagnato alla guardia medica del paese, Mereu e i suoi conoscenti hanno scoperto che il presidio era chiuso.

A quel punto è stato allertato il 118, ma l’ambulanza partita da Sorgono ha impiegato circa 30 minuti per arrivare. Il mezzo, inoltre, era privo di medico a bordo: il personale infermieristico ha tentato disperatamente la rianimazione, senza successo. Il 46enne è morto poco dopo.

Rabbia e indignazione in paese

La morte di Mereu ha generato profonda indignazione nella comunità di Aritzo e in tutta la Sardegna. In molti parlano di una “tragedia annunciata”, legata al progressivo smantellamento dei presidi sanitari locali, che costringe i residenti a dipendere da strutture lontane e sovraccariche.

Sui social la protesta è esplosa. Tra i tanti commenti, spicca quello di Riccardo, che scrive:

«Finché le condizioni resteranno tali, così disastrose e terribili, non resta che augurarsi ogni giorno di non incappare in un malore. Una vergogna esponenziale, dramma dei nostri tempi».

Emergenza sanitaria nelle zone interne

Il caso di Aritzo rilancia il tema della carenza di medici e servizi di pronto intervento nelle aree interne della Sardegna, dove i tempi di attesa per un soccorso possono diventare decisivi.

Le comunità locali chiedono risposte immediate alle istituzioni e un potenziamento dei servizi di guardia medica e delle ambulanze medicalizzate, affinché tragedie simili non si ripetano.