Il femminicidio-suicidio di Anna a Cava, era una imprenditrice di successo

Era l’erede di una dinastia familiare giunta alla quarta generazione

A cura di Redazione
22 dicembre 2025 06:00
Il femminicidio-suicidio di Anna a Cava, era una imprenditrice di successo -
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Cava de’ Tirreni è sotto shock per l’uccisione di Anna Tagliaferri, stimata imprenditrice e figura simbolo della Pasticceria Tirrena, storica attività del centro cittadino. La donna è stata assassinata dal compagno in quello che si configura come un drammatico femminicidio. Secondo le prime ricostruzioni investigative, l’uomo l’avrebbe colpita con un’arma da taglio per poi togliersi la vita lanciandosi dal palazzo in cui si è consumata la tragedia.

Un evento che ha lasciato sgomenta l’intera comunità, colpita non solo dalla violenza del gesto, ma anche dalla perdita di una donna profondamente radicata nel tessuto sociale ed economico della città.

Una famiglia simbolo della tradizione dolciaria cavese

Anna Tagliaferri non era soltanto una commerciante conosciuta e apprezzata. Era l’erede di una dinastia familiare giunta alla quarta generazione, punto di riferimento della pasticceria artigianale locale. Insieme ai fratelli Federico e Osvaldo, aveva contribuito a preservare e valorizzare l’identità della Pasticceria Tirrena, rendendola un luogo familiare per intere generazioni di cavesi.

Tra i prodotti più rappresentativi, il celebre cioccolatino “Cavoto”, simbolo di una tradizione che unisce qualità, storia e legame con il territorio. Un’eredità che oggi appare improvvisamente spezzata.

Una presenza quotidiana, fatta di lavoro e gentilezza

Chi entrava nella Pasticceria Tirrena sapeva di poter trovare Anna dietro il bancone. Sempre presente, sempre attenta. Il suo modo di lavorare era fatto di cura, dedizione e rispetto per il cliente, ma soprattutto di un’autentica disponibilità umana che andava oltre il ruolo professionale.

Il suo sorriso, mai formale, era diventato parte dell’identità del locale. Un gesto semplice, ma capace di creare relazioni vere, trasformando clienti abituali in una comunità affezionata. Un tratto che oggi viene ricordato con commozione da amici, conoscenti e da chi, anche solo una volta, aveva scambiato con lei poche parole al bancone.

Il riconoscimento della città e l’ultimo segno di normalità

Solo di recente, il sindaco di Cava de’ Tirreni, Enzo Servalli, le aveva conferito un riconoscimento ufficiale per il lavoro svolto e per il contributo dato alla vita economica e sociale della città. Un gesto istituzionale che testimoniava la stima verso una donna capace di costruire valore ogni giorno, con discrezione e costanza.

Poche ore prima della tragedia, Anna aveva condiviso sui social un’immagine semplice: un albero di Natale, luci accese, un peluche, la data dell’11 dicembre. Un frammento di quotidianità che oggi assume il peso doloroso di un ultimo saluto inconsapevole.

Un vuoto che va oltre la cronaca

La morte di Anna Tagliaferri non può essere ridotta a un fatto di cronaca nera. È la perdita di una donna, di una lavoratrice, di una presenza quotidiana che aveva saputo farsi punto di riferimento silenzioso per la sua città.

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