Potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio un nuovo incentivo destinato alle famiglie che decidono di aprire un fondo pensione per i figli fin dalla nascita. L’ipotesi, in discussione da settimane al Ministero dell’Economia, mira a coniugare due priorità nazionali: il sostegno alla natalità e la costruzione di una previdenza di lungo periodo.
L’idea nasce dall’esperienza del Trentino-Alto Adige, dove è già attivo un programma che lega il bonus bebè all’apertura di un fondo pensione per il neonato. Una sperimentazione che punta a trasformare il risparmio previdenziale in un vero patto intergenerazionale, in risposta a un sistema pensionistico sempre più sotto pressione a causa del calo demografico.
Un incentivo per le famiglie con neonati
Nel capitolo previdenziale della prossima Manovra economica, il Governo sta valutando un contributo dedicato ai nuovi nati, pensato per avviare una forma di pensione integrativa sin dalla culla. L’obiettivo è duplice: alleggerire i costi iniziali per i genitori e, al tempo stesso, promuovere una maggiore adesione alla previdenza complementare, ancora poco diffusa in Italia.
L’iniziativa, proposta da Fratelli d’Italia, rientra nel pacchetto natalità voluto dal partito di Giorgia Meloni, che punta a sostenere le famiglie e a incentivare una cultura del risparmio previdenziale fin dall’infanzia.
Il modello del Trentino-Alto Adige
La misura nazionale si ispirerebbe al modello già sperimentato in Trentino-Alto Adige, dove la Regione eroga 300 euro alla nascita, all’adozione o all’affidamento del minore, a condizione che venga aperto un fondo pensione intestato al bambino.
Nei quattro anni successivi, le famiglie ricevono 200 euro l’anno se continuano a versare almeno 100 euro nel fondo. Un meccanismo che ha già mostrato buoni risultati nel promuovere l’educazione finanziaria e l’accumulo previdenziale a lungo termine.
Chi potrà accedere al bonus e i criteri ipotizzati
Se la misura fosse adottata a livello nazionale, il contributo sarebbe intestato direttamente al bambino, con l’apertura di una posizione individuale presso il fondo scelto dai genitori o dai tutori.
In via transitoria, l’incentivo potrebbe essere esteso anche ai minori già nati, fino ai cinque anni di età o entro i cinque anni dall’adozione o dall’affidamento. È inoltre possibile che il sostegno statale venga riconosciuto solo in presenza di un contributo minimo familiare, per favorire un approccio partecipativo e consapevole.
Perché investire sulla pensione fin dall’infanzia
Alla base della proposta c’è una considerazione strutturale: con l’attuale sistema contributivo, le pensioni future saranno inevitabilmente più basse rispetto al passato.
Promuovere la previdenza complementare sin dall’infanzia significa garantire ai giovani di oggi una maggiore sicurezza economica domani. In un Paese che invecchia e in cui il mercato del lavoro resta fragile, il risparmio previdenziale anticipato potrebbe rappresentare l’unica rete di protezione concreta.
Secondo i dati Covip, la partecipazione ai fondi pensione è in crescita, ma resta ancora lontana dagli standard europei. L’introduzione del bonus fondo pensione neonati da 300 euro potrebbe segnare un passo decisivo verso un modello previdenziale più sostenibile e orientato al futuro.