Matrimonio tra figli dei boss: sacchi pieni di soldi agli sposi e una Ferrari al testimone
Una Ferrari donata come bomboniera al testimone di nozze, buste colme di denaro offerte dagli invitati e un ricevimento sfarzoso alla Sonrisa, il locale reso celebre come “castello” del Boss delle Cer...
Una Ferrari donata come bomboniera al testimone di nozze, buste colme di denaro offerte dagli invitati e un ricevimento sfarzoso alla Sonrisa, il locale reso celebre come “castello” del Boss delle Cerimonie. Sono questi i dettagli – tra realtà e folklore – con cui un indagato ha descritto il matrimonio tra Michele Mazzarella e Marianna Giuliano, celebrato il 30 settembre 1996. L’episodio è riemerso nell’indagine che il 2 dicembre ha portato a 21 arresti legati al clan Licciardi.
Il racconto intercettato
La conversazione risale al 2 ottobre 2022 ed è stata registrata in ambientale. A parlare è Luigi Esposito, uno degli arrestati, che si trova con la fidanzata in via Giudecca Vecchia, davanti all’abitazione di Mazzarella. Quest’ultimo, all’epoca ritenuto reggente dell’omonimo clan, sarebbe poi stato arrestato due mesi dopo, il 7 dicembre.
Esposito ricostruisce i fasti di quel matrimonio, mescolando particolari verificati e voci popolari. Marianna Giuliano è la seconda figlia di Luigi “Lovigino” Giuliano, allora capo indiscusso del clan di Forcella. La cerimonia religiosa si svolse nella stessa chiesa dove, sei anni prima, si era sposata la sorella Gemma.
Il ricevimento alla Sonrisa
La festa si tenne a La Sonrisa, a Sant’Antonio Abate, già negli anni Novanta luogo di ricevimenti opulenti frequentato anche da personaggi poi coinvolti in inchieste giudiziarie. Alla celebrazione presero parte circa duecento invitati e all’esterno la zona fu presidiata dalle forze dell’ordine, temendo possibili agguati.
L’estorsione a “Giuseppone a Mare”
Nella stessa giornata del 2022, Esposito avrebbe incontrato Mazzarella per discutere di un’estorsione ai danni del proprietario di Giuseppone a Mare, storico ristorante di Posillipo. La richiesta riguardava il denaro che un socio, intenzionato a uscire dalla gestione, pretendeva di ottenere.
Esposito sostiene che, nella camorra napoletana di oggi, solo due famiglie mantengono un peso determinante: Mazzarella e Licciardi, seguite da Mallardo e Contini. L’appoggio di Michele Mazzarella all’estorsione, racconta l’indagato, avrebbe rappresentato un ulteriore elemento di pressione sul ristoratore.
Un’unione con valore politico-criminale
Il matrimonio del 1996, spiegano gli inquirenti, non fu soltanto un evento privato: sanciva un’alleanza tra due gruppi storicamente egemoni in aree diverse della città. I Mazzarella dominavano la zona orientale di Napoli, i Giuliano controllavano il centro. L’unione tra Marianna e Michele aveva quindi un forte valore simbolico e strategico, paragonabile – nelle dinamiche criminali – ai matrimoni dinastici che un tempo servivano a consolidare i rapporti tra Stati.
Un equilibrio che sarebbe durato poco: negli anni successivi, infatti, molti membri della famiglia Giuliano avrebbero intrapreso la collaborazione con la giustizia.