Dotare i medici di famiglia di dermatoscopi e formarli per riconoscere i casi sospetti di melanoma durante le visite ordinarie. È questa la proposta rilanciata dalla Fimmg Campania (Federazione italiana medici di medicina generale), che interviene nel dibattito sulla mappatura dei nei, recentemente riconosciuta dai nuovi Lea come parte integrante della visita dermatologica.

La proposta della Fimmg

Secondo i dirigenti campani della Federazione, i medici di base potrebbero svolgere un ruolo determinante nella prevenzione del melanoma, effettuando esami di primo livello direttamente nei propri studi o all’interno delle Aft, per poi inviare i pazienti ai dermatologi solo quando necessario.

“Non si tratta di sostituire i dermatologi, ma di sostenerli ed evitare il sovraccarico delle liste d’attesa”, spiega Marcella Brasiello, medico di medicina generale e specialista in dermatologia. “Anche grazie a sistemi di intelligenza artificiale, i medici di famiglia possono costituire una prima linea importante per la diagnosi precoce”.

Un supporto al sistema sanitario

Il segretario regionale vicario della Campania, Luigi Sparano, chiarisce che il nuovo nomenclatore nazionale non ha eliminato la mappatura dei nei, ma l’ha ricondotta all’interno della prima visita dermatologica, rendendola parte di un percorso più strutturato e completo.

“Un passo avanti significativo – sottolinea Sparano – che apre però a una riflessione: perché non fornire ai medici di famiglia un dermatoscopio, così da consentire un primo screening e un invio più rapido, solo quando necessario, alle visite specialistiche?”.

Benefici per cittadini e sanità

L’investimento, secondo la Fimmg, avrebbe un duplice impatto positivo:

diagnosi precoce del melanoma, con un aumento delle possibilità di cura;

riduzione delle liste d’attesa, migliorando l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari;

sostenibilità economica per il sistema sanitario regionale.