Il Gup del Tribunale di Roma ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione Marcello Santelia, 77enne collezionista originario di Nocera Inferiore (Salerno), per i reati di detenzione di opere d’arte contraffatte e ricettazione. Al centro del processo, ben 51 presunti quadri di Pablo Picasso, ritenuti falsi.

L’inchiesta partita da una richiesta di esportazione
Le indagini hanno preso il via nel 2017, quando Santelia ha tentato di vendere uno dei quadri all’estero, precisamente a Dubai. Come previsto dalla normativa italiana sull’esportazione di beni culturali, il collezionista ha presentato richiesta di autorizzazione al Ministero della Cultura. L’ente ha a sua volta inoltrato la documentazione alla Fondazione Picasso per una verifica sull’autenticità dell’opera.

Il verdetto della Fondazione è stato chiaro: il dipinto era un falso. Da qui, l’apertura di un fascicolo giudiziario che ha portato alla scoperta di una più ampia collezione di opere attribuite a Picasso, anch’esse giudicate contraffatte.

Pena ridotta rispetto alla richiesta della Procura
Il pubblico ministero aveva richiesto una condanna più severa, pari a 4 anni e 2 mesi. Tuttavia, il giudice ha optato per una pena ridotta, infliggendo 1 anno e 8 mesi. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato, che consente uno sconto di pena in caso di condanna.

Contraffazione d’arte: un fenomeno in crescita
Il caso Santelia riporta l’attenzione su un fenomeno sempre più diffuso: il mercato delle opere contraffatte, soprattutto quelle attribuite a grandi maestri del Novecento come Picasso. Un settore in cui l’assenza di adeguate certificazioni e perizie può trarre in inganno anche collezionisti esperti.