Una nuova condanna all’ergastolo è stata inflitta ad Antonio Occidente, ritenuto uno dei mandanti del duplice omicidio di Giuseppe Zincone e Massimo Del Gaudio, avvenuto il 18 ottobre 2004 a Castellammare di Stabia. La sentenza arriva a 21 anni di distanza e risolve uno dei tanti cold case della faida di camorra tra il clan D’Alessandro e gli scissionisti degli Omobono-Scarpa.
Un killer in “prestito” dal clan Vollaro
Secondo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per eseguire il delitto il clan D’Alessandro si avvalse di un killer “in prestito” dal clan Vollaro di Portici, all’epoca latitante. Una collaborazione tra clan che dimostra quanto fossero intrecciati gli equilibri criminali durante la sanguinosa faida stabiese tra il 1998 e il 2003.
Decisive le dichiarazioni di due pentiti
A sbloccare l’inchiesta, dopo anni di silenzio, sono state le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, entrambi sotto indagine per lo stesso duplice omicidio, uno in qualità di mandante e l’altro come esecutore materiale. Le loro confessioni hanno portato all’emissione dell’ordinanza cautelare nei confronti di Occidente, notificata dai carabinieri di Torre Annunziata.
Il delitto: un agguato nel centro antico
Zincone, il vero obiettivo dell’agguato, finì assassinato in sella a uno scooter nei vicoli del centro antico di Castellammare, mentre era in compagnia del cognato Massimo Del Gaudio, operaio di un’impresa collegata a Fincantieri e del tutto estraneo agli ambienti criminali. La sua morte fu una tragica “colpa” di contiguità familiare, effetto collaterale di una logica mafiosa che non conosce innocenti.
La riapertura del caso e la condanna
Il fascicolo era rimasto fermo per anni, fino a giugno 2023, quando la DDA ha deciso di riaprire le indagini sulla base dei nuovi elementi emersi dai verbali dei pentiti. Ora la condanna in primo grado a carico di Occidente segna un passaggio cruciale nella lotta alla criminalità organizzata nel territorio vesuviano.