Gli ospedali italiani, e in particolare quelli napoletani, si preparano ad affrontare un’estate ad alta tensione sanitaria. La carenza strutturale di medici, aggravata da ondate di caldo e ferie estive, rischia di esplodere con la scadenza dei contratti dei cosiddetti “medici gettonisti”, prevista per il 31 luglio 2025, come stabilito dal decreto del 17 giugno 2024.

Secondo la Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza (Simeu), il problema si concentra soprattutto nei Pronto Soccorso, dove i medici a gettone — professionisti assunti tramite cooperative o agenzie — rappresentano oggi fino all’80% dei turni in alcune strutture.

Cosa succederà il 31 luglio?
Dal 1° agosto, ospedali come il Cardarelli e il Monaldi di Napoli potrebbero trovarsi senza una fetta fondamentale del personale sanitario. Si tratta di medici, infermieri e tecnici specializzati, impiegati in forma temporanea per coprire i buchi nei turni ufficiali.

«Il 20-30% dei Pronto Soccorso italiani si regge su medici a gettone. In alcuni casi si arriva all’80%» ha spiegato Fabio Riccardi di Simeu.

La loro uscita di scena potrebbe determinare:

Lunghe attese al Pronto Soccorso

Sovraccarico per il personale in organico

Saturazione dei reparti e mancanza di posti letto

Pazienti lasciati in barella anche per giorni

Il caldo e le ferie aggravano il quadro
Come ogni anno, l’estate porta con sé un aumento dei ricoveri legati a ondate di calore, colpi di sole, disidratazione e patologie respiratorie. Già il 22 giugno, 11 città italiane, tra cui Napoli, sono state classificate con bollino rosso per afa.

A peggiorare la situazione:

Il calo fisiologico del personale dovuto alle ferie estive

La mancanza di deroghe sistematiche alla scadenza dei contratti

La cronica insufficienza di posti letto

«Stiamo cercando misure per evitare che i pazienti stazionino in barella per giorni, ma non è semplice» ha dichiarato ancora Riccardi.

Deroghe previste, ma solo in casi eccezionali
Il decreto consente deroghe alla scadenza del 31 luglio, ma solo in casi eccezionali, e solo dopo che le aziende sanitarie avranno dimostrato di aver attuato tutte le misure possibili per rinforzare gli organici con personale stabile.