In un contesto economico caratterizzato da un progressivo aumento del costo della vita, il trattamento integrativo si configura come una misura concreta a sostegno dei lavoratori italiani con redditi medio-bassi. Si tratta di un bonus annuale pari a 1.200 euro, erogato direttamente in busta paga sotto forma di credito fiscale mensile da 100 euro, senza bisogno di presentare alcuna domanda.

Cos’è il trattamento integrativo e perché è stato introdotto
Il trattamento integrativo è stato introdotto il 1° luglio 2020, in sostituzione del cosiddetto Bonus Renzi, con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale sulle fasce di reddito più basse. A beneficiarne sono i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo fino a 28.000 euro.

Questa agevolazione viene erogata direttamente dal datore di lavoro, che anticipa la somma e la recupera successivamente tramite compensazione fiscale. Il credito è quindi accreditato automaticamente, mensilmente, nella busta paga del lavoratore.

A chi spetta il bonus da 1.200 euro
Il trattamento integrativo è rivolto principalmente ai lavoratori dipendenti, ma può essere esteso ad altre categorie, tra cui:

Lavoratori in cassa integrazione;

Stagisti e tirocinanti (con reddito da lavoro dipendente);

Lavoratori socialmente utili;

Percettori di borse di studio assimilabili a reddito da lavoro;

Beneficiari di rendita INAIL per infortuni sul lavoro;

Alcuni pensionati con redditi compatibili.

Sono esclusi dal beneficio:

I lavoratori autonomi;

Coloro che percepiscono un reddito annuo inferiore a 8.174 euro, soglia al di sotto della quale non si è tenuti al pagamento dell’IRPEF (no tax area).

Come si calcola l’importo del bonus
Il valore massimo del trattamento integrativo è pari a 100 euro al mese, per un totale di 1.200 euro annui, e spetta interamente ai lavoratori con redditi fino a 28.000 euro lordi.

Per chi percepisce un reddito compreso tra 28.000 e 40.000 euro, è prevista una detrazione fiscale decrescente, fino ad azzerarsi oltre tale soglia.

Esempio:
Reddito annuo di 25.000 euro → trattamento integrativo pieno (1.200 euro), Reddito annuo di 30.000 euro → trattamento parziale (es. 600 euro circa), Reddito annuo di 41.000 euro → nessun beneficio.

Differenze rispetto al Bonus Renzi
Il trattamento integrativo ha sostituito il Bonus Renzi, introducendo importanti novità:

Importo aumentato: da 80 a 100 euro al mese;

Soglia di reddito innalzata: da 26.600 a 28.000 euro;

Estensione fino a 40.000 euro tramite detrazione parziale;

Credito d’imposta stabile, non soggetto a restituzione (se si rispettano i limiti di reddito).

Come si ottiene il trattamento integrativo
Uno degli aspetti più vantaggiosi di questa misura è la modalità automatica di erogazione. Il lavoratore non deve presentare alcuna domanda: sarà direttamente il datore di lavoro a calcolare e riconoscere il bonus in busta paga.

È comunque possibile verificare l’importo effettivamente ricevuto attraverso:

Il cedolino mensile dello stipendio;

Il modello CU (Certificazione Unica);

L’area personale del sito INPS.

Come può essere utilizzato il bonus
Essendo un’integrazione allo stipendio, il trattamento può essere speso liberamente dal lavoratore in base alle proprie necessità. Tra gli impieghi più comuni:

Spesa alimentare;

Bollette di luce, gas, acqua;

Acquisto di abbigliamento;

Trasporti pubblici;

Spese sanitarie e farmaceutiche;

Costi per la formazione professionale.