Giugno 2025 porterà una buona notizia per i dipendenti della Pubblica Amministrazione: in busta paga saranno finalmente riconosciuti gli effetti del taglio del cuneo fiscale, insieme agli arretrati da gennaio a maggio. Si tratta di una misura che, seppur introdotta in ritardo rispetto al settore privato, garantirà un aumento netto dello stipendio, variabile in base al reddito complessivo annuo.
Quanto spetta: fino a 1.000 euro annui
Il beneficio massimo previsto è pari a 1.000 euro annui, ma decresce progressivamente al crescere del reddito. La misura è pensata per favorire soprattutto i redditi medio-bassi, con due meccanismi distinti:
1. Redditi fino a 20.000 euro: trattamento integrativo pieno
Per i dipendenti con un reddito annuo lordo fino a 20.000 euro, il taglio del cuneo si concretizza in un trattamento integrativo mensile, proporzionato al reddito da lavoro dipendente. Questo si aggiunge, se spettante, al Bonus Renzi da 80 euro, già in vigore, e viene corrisposto per 12 mensilità.
2. Redditi tra 20.000 e 40.000 euro: aumento delle detrazioni
Per chi guadagna tra i 20.000 e i 40.000 euro annui, non si parla più di trattamento integrativo ma di un aumento delle detrazioni per lavoro dipendente, riconosciute direttamente in busta paga. In dettaglio:
1.000 euro annui pieni per chi ha un reddito fino a 32.000 euro;
L’importo decresce linearmente fino ad azzerarsi a 40.000 euro.
Conguaglio fiscale: attenzione alle variazioni di reddito
A differenza dello sgravio contributivo del 2024, calcolato mensilmente, il nuovo bonus si basa sul reddito complessivo annuo. Questo comporta che:
A fine anno verrà effettuato un ricalcolo del bonus spettante (conguaglio fiscale);
In caso di incrementi stipendiali o premi una tantum, si potrebbe dover restituire parte del bonus ricevuto in eccesso.
È quindi fondamentale che i lavoratori monitorino variazioni contrattuali, straordinari o indennità occasionali, che potrebbero modificare le soglie di reddito e ridurre l’importo finale del beneficio.