Un 36enne cinese, Nengyin Fang, ex soldato dell’esercito della Repubblica Popolare cinese, fermato a Padova dopo 9 mesi di ricerche da parte della procura di Prato: secondo gli investigatori è uno dei sei esecutori materiali di un efferato tentato omicidio ai danni di un imprenditore cinese, avvenuto lo scorso 6 luglio nella città laniera, nell’ambito della cosiddetta “guerra delle grucce”, un fenomeno al centro di un’inchiesta della direzione investigativa antimafia e allo studio della commissione parlamentare antimafia giunta a Prato proprio venerdì scorso.
La procura pratese inseguiva l’uomo già dalla scorsa estate, in quanto sesto componente e unico latitante di un commando, tutto formato da cinesi, di cui gli altri cinque sono individuati e arrestati nei mesi scorsi tra la Calabria e la Sicilia. Secondo gli inquirenti Nengyin Fang proveniva “appositamente dalla Cina per tutelare con il ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce”, un comparto che in corrispondenza del più grande distretto dell’abbigliamento d’Europa a Prato genera volumi di fatturato da centinaia di milioni di euro l’anno. La procura pratese ha individuato l’ex soldato, che si trovava in un ristorante della periferia di Padova.
Il 6 luglio 2024, all’interno del locale Number One a Prato, aveva tentato con cinque complici di uccidere Chang Meng Zhang, un imprenditore cinese a sua volta pregiudicato e condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian), commesso a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel marzo 2006. Nonostante le gravissime ferite riportate nel tentato omicidio l’imprenditore è riuscito a sopravvivere ed ha iniziato “una proficua collaborazione con la giustizia”.