Anche per il 2024 è stata confermata la possibilità di ottenere uno sconto fino a 2.000 euro sulle rate del mutuo grazie all’aumento della soglia di esenzione fiscale dei cosiddetti fringe benefit. Questa misura, introdotta con la Legge di Bilancio, consente ai datori di lavoro di concedere ai propri dipendenti un rimborso per alcune spese, tra cui gli interessi passivi sul mutuo della prima casa.
Di seguito, vediamo nel dettaglio chi può accedere al beneficio, quali sono i requisiti e come fare richiesta.
Che Cosa Sono i Fringe Benefit e Come Funzionano?
I fringe benefit sono compensi non monetari che i datori di lavoro possono erogare ai dipendenti sotto forma di beni e servizi esentasse. Solitamente, questi benefici coprono spese come buoni pasto, visite mediche, auto aziendali, abbonamenti ai trasporti pubblici e bollette domestiche.
Tuttavia, a partire dal 2023, il governo ha ampliato la gamma delle spese rimborsabili, includendo anche gli interessi passivi sui mutui per la prima casa. Questa misura rappresenta un sostegno importante per i lavoratori, soprattutto in un periodo di continui aumenti dei tassi di interesse.
Quali Sono i Nuovi Limiti di Esenzione?
La Legge di Bilancio ha confermato l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2024. In particolare:
1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti
2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico
Se l’importo complessivo dei fringe benefit concessi supera queste soglie, l’intera somma sarà soggetta a tassazione, e non solo l’eccedenza.
Come Funziona il Rimborso sugli Interessi del Mutuo?
Il datore di lavoro può coprire in tutto o in parte gli interessi passivi del mutuo attraverso due modalità principali:
Pagamento diretto alla banca: l’azienda può versare direttamente gli interessi passivi del mutuo ipotecario della prima casa del dipendente.
Rimborso al lavoratore: il datore di lavoro può rimborsare al dipendente le somme già pagate per gli interessi del mutuo.
È importante sottolineare che questa agevolazione riguarda esclusivamente la prima abitazione e si applica solo agli interessi passivi, senza includere il capitale della rata del mutuo.
Chi Può Beneficiare del Rimborso?
Secondo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, il rimborso può essere richiesto anche se il mutuo è intestato a un familiare, come il coniuge, a condizione che l’immobile in questione sia la residenza principale del lavoratore.
Per accedere al beneficio, il dipendente deve presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, nella quale attesta di non aver già ottenuto il rimborso da un altro datore di lavoro.
Fringe Benefit e Detrazioni Fiscali: Sono Cumulabili?
Un aspetto fondamentale da considerare è la non cumulabilità tra il rimborso concesso tramite fringe benefit e la detrazione fiscale sugli interessi passivi del mutuo.
In pratica:
Se il datore di lavoro rimborsa l’intero importo degli interessi, il lavoratore non potrà detrarli nella dichiarazione dei redditi.
Se il rimborso è parziale, sarà possibile detrarre solo la parte di interessi rimasta effettivamente a carico del lavoratore.
Questa regola è importante per evitare la doppia agevolazione fiscale sulla stessa spesa.
Come Richiedere il Rimborso del Mutuo Tramite Fringe Benefit?
Per ottenere il rimborso, è necessario seguire alcuni passaggi:
Verificare con il proprio datore di lavoro se l’azienda offre questa possibilità.
Presentare la documentazione relativa al mutuo e agli interessi passivi pagati.
Compilare la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestando di non aver già usufruito del beneficio presso un altro datore di lavoro.
Le modalità di richiesta possono variare in base alle politiche aziendali, quindi è consigliabile rivolgersi all’ufficio risorse umane per ottenere informazioni specifiche.





