Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, iniziano a delinearsi i cambiamenti previsti dalla manovra di Bilancio per il 2025, in particolare per quanto riguarda le pensioni. La manovra, fortemente influenzata dalla procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea contro l’Italia, ha portato il governo di Giorgia Meloni a dover effettuare delle scelte precise. Con un budget disponibile di circa 20 miliardi di euro, di cui 10 miliardi sono stati destinati alla riconferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, è stato necessario operare dei tagli in altre aree per rispettare i vincoli di spesa.
La Rivalutazione delle Pensioni: Cos’è e Come Funziona?
Ogni anno, gli assegni previdenziali erogati dall’Inps vengono rivalutati in base all’inflazione, per evitare che il potere d’acquisto dei pensionati diminuisca. Questa rivalutazione è fondamentale per adeguare i redditi degli anziani all’aumento dei prezzi.
Negli ultimi anni, l’inflazione è stata particolarmente elevata, portando a rivalutazioni significative delle pensioni:
2023: rivalutazione dell’8,1%, grazie all’inflazione molto alta.
2024: rivalutazione del 5,4%, in linea con la moderata diminuzione dell’inflazione.
Per il 2025, tuttavia, si prevede un adeguamento molto più contenuto, con una rivalutazione compresa tra l’1,6% e l’1,8%. Questo significa che gli aumenti sugli importi delle pensioni saranno modesti rispetto agli anni precedenti.
Il Nuovo Sistema di Rivalutazione per il 2025
Un’importante novità riguarda la semplificazione delle fasce di rivalutazione. Fino al 2024, infatti, il sistema prevedeva 6 fasce diverse, con una rivalutazione progressivamente decrescente per le pensioni più alte. A partire dal 2025, verrà introdotto un sistema a 3 fasce, con le seguenti percentuali di rivalutazione:
100% dell’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro al mese).
90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (tra 2.100 e 2.625 euro al mese).
75% dell’inflazione per le pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo (oltre 2.625 euro al mese).
Aumenti Previsti per il 2025
In base alle stime attuali di rivalutazione (tra l’1,6% e l’1,8%), i pensionati riceveranno aumenti piuttosto modesti. Vediamo alcuni esempi:
Pensione da 700 euro al mese:
Con rivalutazione all’1,6%: 711 euro
Con rivalutazione all’1,8%: 712 euro
Pensione da 1.000 euro al mese:
Con rivalutazione all’1,6%: 1.016 euro
Con rivalutazione all’1,8%: 1.018 euro
Pensione da 3.000 euro al mese:
Con rivalutazione all’1,6%: 3.047 euro
Con rivalutazione all’1,8%: 3.052 euro
Pensione da 4.000 euro al mese:
Con rivalutazione all’1,6%: 4.059 euro
Con rivalutazione all’1,8%: 4.066 euro
Nonostante l’aumento della percentuale per le fasce più alte rispetto al passato, l’effettivo incremento sarà limitato a causa della bassa inflazione attesa per il 2025.
La manovra di Bilancio per il 2025 prevede rivalutazioni modeste per le pensioni, con aumenti che, seppur garantiti, saranno notevolmente inferiori rispetto agli anni precedenti. Il nuovo sistema a 3 fasce semplificherà il calcolo degli aumenti, rendendo però meno favorevoli gli incrementi per le pensioni più alte. La sfida principale resta quella di bilanciare la necessità di adeguare i redditi all’inflazione, senza sforare il budget disponibile, in un contesto di forti vincoli economici.