La Corte di Appello di Napoli ha condannato due medici coinvolti nell’indagine sui cosiddetti “furbetti del cartellino” presso l’ospedale Loreto Mare. In primo grado, i medici avevano ottenuto la prescrizione dei reati a loro contestati, ma la Corte di Appello ha ribaltato la decisione, considerando un periodo di sospensione delle udienze di 6 mesi e 26 giorni (dal 23 febbraio al 21 settembre 2018) proclamato dall’Organismo Congressuale Forense.

I medici, che ricoprivano ruoli dirigenziali all’epoca dei fatti, sono accusati di aver violato il rapporto di esclusiva, omettendo di comunicare lo svolgimento di attività extra moenia, inducendo così in errore le amministrazioni di appartenenza. Questo comportamento ha permesso loro di continuare a percepire indennità a cui non avevano diritto.

Secondo la Corte, i due imputati si sono procurati un “ingiusto profitto”: oltre 126mila euro per uno dei medici e quasi 34mila euro per l’altro. Avevano l’obbligo di esercitare la libera professione solo in intramoenia, ma le indagini hanno rivelato che spesso si allontanavano dal luogo di lavoro pur risultando presenti, con episodi documentati come commissioni personali e partite di tennis.

Tra le prove raccolte dagli investigatori vi è anche un incontro con il titolare di un importante centro diagnostico della provincia. Dopo la sentenza di primo grado, emessa il 30 novembre 2022, l’Asl Napoli 1 Centro, difesa dall’avvocato Gennaro De Falco, ha presentato appello.

La terza sezione penale della Corte di Appello di Napoli, presieduta dal giudice Loredana Di Girolamo, ha condannato i due imputati a risarcire l’Asl per oltre 160mila euro, oltre al pagamento delle spese legali per entrambi i gradi di giudizio.