Gli strumenti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano hanno registrato un’altra scossa sismica nella notte, stavolta nel cuore del Vesuvio, aggiungendo un altro tassello al quadro complesso dell’attività vulcanica nella regione. Alle 3:15 di questa notte, una scossa di magnitudo 1.3 è rilevata, con epicentro nell’area craterica del Vesuvio, a una profondità di 500 metri. Questo evento si aggiunge ai 411 eventi tellurici registrati dall’inizio dell’anno, la maggior parte dei quali di bassissima magnitudo. Il Vesuvio, noto per la sua storia di eruzioni catastrofiche e la sua posizione nell’area densamente popolata della regione campana, è costantemente monitorato per prevenire potenziali rischi per la popolazione circostante. Tuttavia, nonostante l’attività sismica frequente, la maggior parte degli eventi non rappresenta una minaccia immediata.

Tra gli eventi significativi di quest’anno, il 28 aprile ha visto la registrazione di un evento sismico maggiore alle 5:55, mentre l’11 marzo un sisma di magnitudo 3 ma localizzato ad est del Vesuvio, tra Volla e Cercola. Quest’ultimo evento, sebbene più periferico rispetto all’edificio vulcanico stesso, evidenzia la complessa dinamica tra il vulcano e la faglia regionale che passa attraverso l’area.

Tuttavia, nonostante la frequente attività sismica, i dati provenienti dai sistemi di monitoraggio non indicano attualmente deformazioni o segnali diretti di sorgenti vulcaniche del Vesuvio che spesso fa registrare le scosse nella notte o in serata. Le osservazioni da telecamere termiche mostrano un trend relativamente stabile nelle temperature superficiali, con lievi oscillazioni nel tempo. Anche le misurazioni con telecamera termica mobile confermano questo andamento sostanzialmente costante delle temperature massime.

Inoltre, i parametri geochimici acquisiti non mostrano variazioni significative, e i dati di monitoraggio indicano una tendenza pluriennale di diminuzione dell’attività idrotermale all’interno dell’area craterica del Vesuvio.

Sulla base di queste osservazioni, l’attuale quadro dell’attività vulcanica non suggerisce significative evoluzioni a breve termine. Tuttavia, la costante vigilanza e il monitoraggio rimangono essenziali per comprendere meglio la dinamica del Vesuvio e mitigare i potenziali rischi per la popolazione circostante.