Otto persone della provincia di Caserta colpite da un’ordinanza di custodia cautelare, con due finiti in carcere e sei agli arresti domiciliari, per presunti reati di riciclaggio di denaro, frode fiscale e intestazione fittizia di beni. Le accuse sarebbero aggravate dalla sospetta connessione con il clan dei Casalesi. Gli arresti sono avvenuti in seguito a provvedimenti emessi dal giudice istruttore del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) partenopea. L’operazione è condotta dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto del comando provinciale della finanza di Caserta.
I due individui posti in carcere sono Antonio Caliendo, 38 anni di Casal di Principe, e Luca Antonio Iorio, 49 anni di Calvi Risorta. Coloro agli arresti domiciliari sono Gaetano Marrapese, 49 anni di Pastorano; Ersilia Carano, 59 anni di Casal di Principe; Nicola Ferri, 69 anni di San Marcellino; Nicolino Iorio, 79 anni di Calvi Risorta; Alfonsina Russo, 34 anni di Casal di Principe e Silvana Delia Corvino, 68 anni di Casal di Principe. Tutti gli indagati sono presumibilmente innocenti fino a una sentenza definitiva.
L’operazione ha comportato anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per oltre 11 milioni di euro, insieme alla totalità delle quote di partecipazione al capitale sociale e dei complessi aziendali di sei società coinvolte. Oltre a ciò, sono confiscati orologi di lusso, tra cui Rolex e Cartier, e auto di prestigio, come Audi, Lamborghini e Ferrari.
Le indagini hanno rivelato che un’azienda di smaltimento di rifiuti, intestata fittiziamente a un prestanome ma, di fatto, collegata a una compagine familiare vicina agli ambienti camorristici dei Casalesi, sarebbe utilizzata per riciclare ingenti flussi finanziari derivanti da attività illecite. Questi fondi sarebbero stati successivamente riciclati attraverso una rete di persone fisiche e giuridiche connessa da una regia comune.