Le emergenze sanitarie durante il periodo influenzale e festivo stanno mettendo a dura prova gli ospedali, in particolare il Cardarelli, affrontando un aumento significativo di pazienti, soprattutto anziani e coloro con patologie preesistenti. Nonostante le sfide legate alla carenza di personale medico, l’azienda ospedaliera è riuscita a organizzare il Pronto Soccorso in maniera adeguata. Durante il Capodanno, con l’aggiunta della nottata di San Silvestro, oltre duecento persone hanno richiesto assistenza al Pronto Soccorso del Cardarelli. Tra queste, si contano 16 codici rossi, indicanti situazioni di emergenza, e circa cinquanta pazienti con codice giallo. Purtroppo, si è registrato anche il decesso di due persone. La giornata è caratterizzata da un afflusso di pazienti affetti da forti casi influenzali, il cui trattamento ha richiesto un ampliamento del personale medico, coinvolgendo anche specialisti ortopedici e cardiologi.

L’aumento dei casi di influenza si è affiancato a una crescente necessità di assistenza per anziani e pazienti con patologie cardiache, amplificando le richieste di supporto sanitario. Anche l’emergenza COVID ha continuato a esercitare una pressione sui servizi ospedalieri.

Al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare, più di duecento pazienti hanno richiesto assistenza, di cui 16 in condizioni critiche. Anche qui, la maggioranza dei pazienti erano anziani e individui fragili. Nonostante la situazione, il servizio è stato garantito, anche se mancano ancora una ventina di unità per completare l’organico.

Fabio De Iaco, presidente della Società Italiana di Medicina dell’Emergenza-Urgenza, ha evidenziato l’impatto del periodo festivo e influenzale sui Pronto Soccorso, con un notevole afflusso di pazienti feriti a causa dei botti di Capodanno, insieme all’elevato lavoro assistenziale sui pazienti anziani e fragili, affetti da febbre e virus respiratori. De Iaco ha anche sottolineato una diminuzione dei casi COVID nelle emergenze ospedaliere, evidenziando la presenza di pazienti più giovani affetti da patologie come la polmonite sinciziale non COVID.