La testimonianza di Anna Procida, l’infermiera aggredita all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, riflette una realtà angosciante per il personale sanitario italiano. Le parole di Procida, esposte durante un’intervista al Tg2, evidenziano la difficile situazione vissuta non solo nell’assistenza ai pazienti, ma anche nella necessità di difendersi da atti di violenza perpetrati da alcuni familiari dei malati. L’escalation di episodi violenti contro il personale medico negli ospedali ha portato vari esponenti sindacali e politici a richiedere misure drastiche per contrastare questo fenomeno inaccettabile.

Luigi D’Emilio della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli sottolinea la necessità di presidi di polizia sia nelle strutture sanitarie che sul territorio, proponendo un’azione congiunta per garantire la sicurezza del personale medico.

Il sindacato Nursing Up va oltre, chiedendo l’intervento dell’Esercito negli ospedali dell’Asl Napoli 1 e l’Asl Napoli 3, evidenziando il bisogno di un supporto straordinario per affrontare questa emergenza.

Franco Ascolese e Giuseppina Della Corte, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ordine delle 18 professioni sanitarie dei tecnici di radiologia medica e delle professioni tecniche, propongono un inasprimento delle pene nel versante penale e sanzioni amministrative più severe, oltre a una presenza costante della polizia nei pronto soccorso.

Ilaria Perrelli, presidente della Consulta regionale per la condizione della donna, richiama l’urgenza di presidi di polizia stabili all’interno degli ospedali, non limitandosi al San Leonardo, ma estendendoli a tutte le strutture sanitarie.

Le richieste di azioni legislative più incisive e di un’immediata attivazione di protocolli d’emergenza emergono anche dalle dichiarazioni del parlamentare Francesco Emilio Borrelli e del consigliere regionale Luigi Cirillo.