Scoperte 65 tonnellate di rifiuti in una fabbrica dei Paesi Vesuviani

La Guardia di Finanza della Compagnia di Portici ha individuato a Ercolano una fabbrica abusiva destinata allo stoccaggio e al trattamento irregolare di rifiuti tessili. L’area, un capannone di circa...

01 dicembre 2025 15:00
Scoperte 65 tonnellate di rifiuti in una fabbrica dei Paesi Vesuviani -
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La Guardia di Finanza della Compagnia di Portici ha individuato a Ercolano una fabbrica abusiva destinata allo stoccaggio e al trattamento irregolare di rifiuti tessili. L’area, un capannone di circa 500 metri quadrati, è stata sequestrata dopo il ritrovamento di 65 tonnellate di rifiuti tessili classificati come rifiuti speciali non pericolosi, oltre a una tonnellata di materiali plastici e numerose attrezzature industriali.

Denunciato il responsabile

All’interno del locale è stato sorpreso un 50enne italiano con precedenti, denunciato alla Procura di Napoli per illecita gestione di rifiuti, mancanza delle certificazioni antincendio e furto di energia elettrica.
Secondo quanto accertato, l’uomo operava senza alcuna autorizzazione, in totale evasione fiscale e in violazione delle norme di sicurezza.

Le attività scoperte nel capannone

Il deposito veniva utilizzato per il commercio all’ingrosso, la messa in riserva, il recupero e il trattamento di rifiuti tessili di seconda mano, tutti privi di qualsiasi igienizzazione o sanificazione.

Tra il materiale sequestrato figurano:

balle di indumenti usati provenienti dalla raccolta urbana

ceste metalliche e contenitori in plastica

banchi da lavoro e due bilance industriali

attrezzature per la lavorazione del tessile

I finanzieri hanno inoltre constatato l’assenza dell’impianto antincendio, obbligatorio vista la grande quantità di materiale infiammabile.

Merce destinata al mercato parallelo

Una parte degli abiti usati era già stata selezionata e confezionata per la vendita in un circuito commerciale non tracciato, privo di documentazione su provenienza, qualità e condizioni igieniche.

Le verifiche hanno infine permesso di accertare la manomissione del contatore elettrico, che consentiva un allaccio abusivo alla rete nazionale.

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