Tre pagine di confessione e pentimento, consegnate ai giudici della quinta sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli. È il memoriale scritto da Francesco Pio Valda, il 21enne di Barra già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il diciottenne ucciso da un colpo vagante nella notte del 20 marzo 2023 sul lungomare di Mergellina.

Nella lunga lettera, letta in aula dallo stesso imputato, Valda esprime il suo rammarico per quanto accaduto: «Questa tragedia mi consuma giorno dopo giorno. All’inizio non riuscivo nemmeno a credere che, per causa mia, un ragazzo della mia stessa età avesse visto distrutta la propria vita». E aggiunge: «Nulla può giustificare ciò che ho provocato. Sono distrutto nel cuore e nell’anima. Se la famiglia Maimone accettasse le mie scuse, continuerei a chiedere perdono per il resto dei miei giorni».

Il vissuto familiare e il percorso in carcere

Nel memoriale Valda ripercorre anche la propria storia personale: «Sono cresciuto senza un padre, morto quando ero piccolissimo, e con una madre che non è mai stata presente». Afferma inoltre di essersi avvicinato allo studio durante la detenzione: «Non ho frequentato la scuola, ma in carcere ho scoperto un certo interesse per lo studio e frequento l’Ipsia. Oggi mi considero una persona diversa».

La ricostruzione della notte di Mergellina

Valda ha fornito nuovamente la sua versione dei fatti, riferendosi alla discussione avvenuta davanti agli chalet di Mergellina, dove — a suo dire — sarebbero stati rovesciati i drink ordinati da lui e dai suoi amici. Racconta di essere stato minacciato da un gruppo di persone scese da un’Audi scura: «Un uomo di circa 45 anni mi ha sferrato un calcio allo stomaco. Fuggendo, inseguito da sette o otto persone, ho estratto l’arma ed esploso tre colpi. Credevo di aver sparato in aria. Non era mia intenzione ferire nessuno, tantomeno il povero Francesco Pio». Poi ammette: «Ho sbagliato a non costituirmi subito. Tutto questo mi devasta. Francesco Pio era un bravo ragazzo, lontano dal degrado che ha segnato la mia infanzia».

Le prossime tappe del processo

Il suo difensore, l’avvocato Antonio Iavarone, terrà l’arringa il 20 novembre, giorno in cui Valda rilascerà anche nuove dichiarazioni spontanee in video collegamento. Del collegio difensivo fanno parte anche gli avvocati Onofrio Annunziata, che ha discusso ieri, Leopoldo Perone e Giuseppe Milazzo.

La reazione della famiglia Maimone

Alle parole del giovane imputato ha risposto il padre della vittima, Antonio Maimone, presente in aula: «Ho ascoltato con attenzione e con dolore la lettera di Valda. Le sue parole — scuse, pentimento, presa di coscienza — erano prevedibili. Dopo una condanna all’ergastolo, era un passo necessario».