Utilizzo del Pos, arriva il Bonus
Il Bonus POS è un credito d’imposta che consente a imprenditori, professionisti e esercenti di recuperare parte delle commissioni bancarie sostenute per le transazioni tramite terminali POS. Questa mi...
Il Bonus POS è un credito d’imposta che consente a imprenditori, professionisti e esercenti di recuperare parte delle commissioni bancarie sostenute per le transazioni tramite terminali POS. Questa misura, confermata fino al 2026, rappresenta un incentivo concreto alla digitalizzazione dei pagamenti e alla tracciabilità delle operazioni, contribuendo a ridurre l’evasione fiscale e a semplificare la gestione finanziaria delle micro e piccole imprese.
Cos’è il Bonus POS: normativa e obiettivi
Il Bonus POS è previsto dall’articolo 22 del D.L. 124/2019 ed è operativo dal 1° luglio 2020. Si tratta di un credito d’imposta sulle commissioni bancarie generate dalle transazioni elettroniche con carte di credito, debito e strumenti digitali tracciabili.
Obiettivi principali:
Favorire l’adozione di strumenti di pagamento digitali, riducendo l’uso del contante;
Supportare le micro e piccole imprese nella gestione dei costi delle commissioni POS;
Migliorare la trasparenza fiscale delle operazioni economiche;
Allineare l’Italia agli standard europei in materia di aiuti di Stato, rispettando il regime de minimis.
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato la misura, mantenendo il rimborso al 30% delle commissioni sostenute.
Chi può beneficiare del Bonus POS
Possono accedere al credito d’imposta:
Titolari di partita IVA attivi in Italia (ditte individuali, società o liberi professionisti);
Con ricavi o compensi annui fino a 400.000 euro riferiti all’anno precedente;
Che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi a consumatori finali, Che utilizzano POS convenzionati e tracciabili, Che rispettano le regole fiscali e normative vigenti.
Sono esclusi: grandi aziende, enti pubblici, associazioni di categoria e società di capitale che superano i limiti di fatturato.
Come calcolare il Bonus POS
Il credito d’imposta è pari al 30% delle commissioni addebitate dagli operatori finanziari per ogni transazione POS.
Limiti e vincoli:
Applicabile solo alle commissioni effettivamente sostenute e certificate;
Non copre costi accessori, installazione o manutenzione dei POS;
Il limite massimo de minimis è di 300.000 euro in tre esercizi finanziari;
Non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile IRAP.
Anno Soglia ricavi Percentuale detraibile Limite UE de minimis
2025-2026 ≤ 400.000 € 30% 300.000 €/3 anni
Il calcolo si basa sui dati mensili forniti dai gestori POS, comprensivi di commissioni effettive.
Procedura per ottenere il Bonus POS
Per usufruire del credito d’imposta, gli esercenti devono:
Conservare la documentazione ricevuta dal gestore POS con numero operazioni e importi delle commissioni;
Verificare i requisiti soggettivi e oggettivi (tipo di attività, soglia di ricavi, POS tracciabili);
Utilizzare il credito in compensazione tramite F24 dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese;
Inserire il codice tributo 6916 nella sezione “Erario”;
Dichiarare il credito maturato nel quadro RU della dichiarazione dei redditi;
Compilare i righi RU5, RU6 e RU12 per dettagliare importi maturati, utilizzati e residui;
Riportare il codice aiuto 58 ove richiesto.
Il credito è immediatamente utilizzabile, mese per mese, senza attendere la presentazione del Modello Redditi, ma è fondamentale conservare tutta la documentazione per eventuali controlli fiscali.
Ruolo dei gestori POS e obblighi di comunicazione
I gestori di servizi di pagamento devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate entro il giorno 20 del mese successivo i dati relativi alle commissioni POS:
Codice fiscale dell’esercente;
Mese e anno di riferimento;
Numero di operazioni effettuate;
Ammontare delle commissioni e dei costi fissi.
Questi dati garantiscono trasparenza e permettono agli esercenti di calcolare correttamente il proprio credito d’imposta.