Il virologo Roberto Burioni è intervenuto sui social per rispondere alle teorie che collegano la morte improvvisa di giovani al vaccino contro il Covid-19. In un post pubblicato su Facebook, Burioni ha definito “infondati” i collegamenti fatti da alcuni gruppi no-vax tra i decessi giovanili e le vaccinazioni.

L’analisi dei dati Istat

Burioni ha spiegato di aver analizzato i dati ufficiali dell’Istat relativi alla fascia d’età compresa tra 10 e 29 anni, dal 2014 al 2023, l’ultimo anno disponibile. «Ho calcolato quante persone sono morte ogni anno in questa fascia d’età — scrive il virologo — e i risultati parlano chiaro: non si registra alcun aumento di mortalità tra i giovani dopo il 2021, anno della vaccinazione di massa contro il Covid».

L’effetto del lockdown sul 2020

Nel suo approfondimento, Burioni sottolinea come il 2020 rappresenti un’anomalia statistica, poiché il lockdown ha ridotto in modo significativo incidenti stradali e altre cause di morte accidentali, portando a un calo temporaneo dei decessi. Tuttavia, osserva il medico, «anche dopo la campagna vaccinale, i numeri restano perfettamente in linea con quelli precedenti all’introduzione del vaccino».

“Nessuna correlazione tra vaccini e morti giovanili”

Concludendo la sua analisi, Burioni invita a basarsi sui dati scientifici e non sulle impressioni emotive: «Ogni morte di un giovane è una tragedia che colpisce tutti — scrive — ma non si può attribuire al vaccino una responsabilità che i numeri smentiscono chiaramente».
Il virologo rimanda infine al sito dell’Istat per chi desidera verificare in autonomia i dati citati.