Il tradizionale raduno della Lega a Pontida si è trasformato quest’anno in un appuntamento segnato da tensioni, divisioni interne e cori che hanno suscitato forti polemiche a livello nazionale. Se i vertici del partito hanno tentato di ribadire un messaggio di unità, parte della base ha dato voce a slogan offensivi e discriminatori, che hanno oscurato il significato politico della manifestazione.

Cori e polemiche: “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”

A destare scalpore sono stati in particolare i cori razzisti intonati da alcuni militanti: “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” e “più spiedo, meno kebab”. Frasi che hanno immediatamente scatenato polemiche e accuse di razzismo territoriale e culturale, suscitando indignazione sia nel mondo politico che nell’opinione pubblica.

Da Salvini a Vannacci: un passaggio di testimone?

Tradizionalmente Pontida era il palcoscenico di Matteo Salvini, acclamato come “il Capitano”. Quest’anno, però, il coro più forte è stato dedicato a Roberto Vannacci: “C’è solo un generale”.

La presenza del generale, sostenuto soprattutto dai giovani militanti e dall’associazione Mondo al contrario, ha rappresentato un vero banco di prova per la leadership di Salvini, che ha dovuto lasciare l’evento per un malore. Nonostante le parole concilianti di Vannacci – “Salvini resta il leader incontrastato” – la sua popolarità crescente rischia di aprire nuove spaccature nel Carroccio.

L’imbarazzo dei dirigenti

Se la base ha accolto con entusiasmo Vannacci, tra i dirigenti della Lega è prevalso l’imbarazzo. Figure storiche come Massimiliano Romeo, Gian Marco Centinaio e il governatore Attilio Fontana hanno scelto di presenziare solo nella giornata principale, mentre Luca Zaia e Massimiliano Fedriga hanno mantenuto un profilo basso, evitando prese di posizione nette.

Le critiche del Pd

Le derive verbali emerse a Pontida hanno acceso le critiche del deputato democratico Piero De Luca, che ha parlato di “indecente parata di ignoranza e intolleranza”. Secondo il parlamentare, cori come quelli uditi non sono semplici provocazioni, ma veri e propri inni all’odio e al razzismo, amplificati dalla leadership leghista.

De Luca ha inoltre accusato il centrodestra di adottare un doppio standard: “Quando a fomentare odio è la propria parte politica, si tace o addirittura si applaude. Serve serietà e responsabilità, non incendi verbali che esasperano il clima politico”.

Un partito diviso tra passato e futuro

Pontida 2025 lascia in eredità un’immagine ambigua della Lega: da un lato il tentativo di Salvini di tenere unito il partito, dall’altro l’ascesa di Vannacci che conquista la base. In mezzo, cori e slogan che hanno spostato l’attenzione dall’agenda politica ai rischi di radicalizzazione e divisione interna.