Emergono particolari inquietanti sulla strage del 16 agosto a Forio d’Ischia, quando Antonio Luongo, 68 anni, ex operatore ecologico in pensione, ha ucciso a colpi di pistola l’ex suocera Zinoviya Knihnitska, 62 anni, e Nunzio Russo Spena, 49 anni, attuale compagno della ex moglie, prima di sparare anche contro di lei e poi togliersi la vita.

L’unica sopravvissuta, Lyudmyla Velykgolova, 42 anni, ora ricoverata in gravi condizioni al Cardarelli di Napoli, sarebbe stata pedinata da un investigatore privato, ingaggiato dall’ex marito. L’uomo, originario di Ischia ma attivo a Napoli, avrebbe seguito i movimenti della donna, annotando i luoghi frequentati e riferendo tutto a Luongo, che così avrebbe preparato nei dettagli il suo piano omicida.

L’agguato al Cuotto

La Velykgolova si trovava sull’isola per trascorrere il Ferragosto con il nuovo compagno e la madre. Già in mattinata, madre e figlia avevano notato la presenza di Luongo, tanto da rivolgersi ai carabinieri. Poche ore dopo, intorno alle 18:30, l’uomo ha raggiunto la zona del Cuotto, nei pressi dell’abitazione dove i tre alloggiavano. Qui ha aperto il fuoco, uccidendo Russo Spena e la Knihnitska sul posto.

La donna ha tentato la fuga, ma è stata raggiunta e colpita da sei proiettili. Luongo ha quindi rivolto l’arma contro se stesso, morendo durante il trasporto all’ospedale Rizzoli.

Le indagini

Gli investigatori stanno ricostruendo tutti i passaggi che hanno preceduto la tragedia, compreso il ruolo dell’investigatore privato, che potrebbe dover rispondere di eventuali responsabilità indirette.

Intanto, i medici del Cardarelli mantengono riservata la prognosi sulle condizioni di Lyudmyla Velykgolova, l’unica testimone sopravvissuta di quella che appare come una strage premeditata.