Installata nel pomeriggio del 30 luglio, ma meno di due giorni dopo era già fuori uso: la colonnina di ricarica per veicoli elettrici posizionata in località Varcaturo è stata danneggiata e depredata dei suoi cavi in due distinte incursioni notturne. Un furto mirato, che ha lasciato sul posto soltanto i due monconi: un impianto completamente inutilizzabile.
Il caso si inserisce in un quadro più ampio, che vede in crescita i furti di rame dalle infrastrutture pubbliche, in particolare quelle legate alla mobilità elettrica.
Crescono i furti di rame dalle colonnine per auto elettriche
Giugliano non è un caso isolato. Nelle ultime settimane episodi simili sono stati segnalati anche a Bacoli, a Fuorigrotta (quartiere occidentale di Napoli) e in altre zone della provincia partenopea. Le modalità sono sempre le stesse: i ladri tranciano i cavi di rame, presumibilmente per rivenderli sul mercato illegale dei metalli.
Il fenomeno è in aumento in tutta Italia. A Roma, nei primi mesi del 2025, si sono registrati oltre 200 casi di colonnine vandalizzate o smantellate per sottrarre cavi di rame.
Il valore del rame: perché è un obiettivo
Secondo i dati aggiornati al 4 agosto 2025 dalla London Metal Exchange, il rame ha una quotazione di 9,63 dollari al chilogrammo. Trattandosi però di rame usato, si applica generalmente una riduzione tra il 20% e il 30%. Considerando una svalutazione media del 25%, il valore si attesta attorno ai 7,2 dollari/kg, equivalenti a circa 6,22 euro/kg.
Ogni cavo sottratto da una colonnina contiene in media 7 chilogrammi di rame, per un valore complessivo di circa 43 euro per cavo. Una somma apparentemente contenuta, ma che, moltiplicata per più furti coordinati, può rappresentare un guadagno rilevante per chi si dedica abitualmente a questa attività illecita.
Un danno economico e ambientale
Oltre al danno diretto alle infrastrutture, questi furti rallentano il processo di transizione verso la mobilità elettrica, rendendo indisponibili servizi essenziali per cittadini e turisti. L’interruzione dei punti di ricarica crea disagi e comporta costi di ripristino elevati per le amministrazioni pubbliche e le aziende installatrici.





