L’INPS ha diffuso una nuova circolare che chiarisce le modalità di applicazione del condono contributivo, misura che interessa i contributi previdenziali non versati fino al 31 dicembre 2004. L’aggiornamento dei dati potrà determinare variazioni sugli importi delle pensioni, con possibili aumenti, riduzioni e pagamento di arretrati.
Condono contributivo e ricalcolo delle pensioni
La sistemazione dei contributi arretrati incide direttamente sugli assegni già liquidati. L’INPS procederà al ricalcolo delle pensioni, tenendo conto delle nuove denunce mensili trasmesse in base alla Legge di Bilancio 2024, che aggiornano le retribuzioni utilizzate per il calcolo delle prestazioni.
Gli effetti del ricalcolo variano in base al tempo trascorso dalla cessazione del rapporto di lavoro:
Pensioni con meno di 3 anni dalla liquidazione: l’importo può essere modificato, con possibilità di aumento o riduzione e con eventuale recupero di somme indebitamente corrisposte.
Pensioni definitive oltre i 3 anni: non possono essere modificate, ma l’INPS può comunque chiedere alle amministrazioni pubbliche il recupero di importi erogati in eccesso.
Riduzioni: come agisce l’INPS
In caso di nuove denunce retributive che comportino un calcolo al ribasso, l’INPS distingue due scenari:
Assegni ancora modificabili (entro 3 anni): l’INPS può correggere la pensione e recuperare le somme pagate in più, chiedendole alle amministrazioni pubbliche senza gravare sul pensionato.
Assegni definitivi oltre 3 anni: la pensione resta invariata, ma l’INPS può rivalersi sulle amministrazioni per recuperare i pagamenti errati, sia passati che futuri.
Aumenti e arretrati: i casi positivi
Se le nuove denunce evidenziano retribuzioni più alte, la pensione può essere rivalutata:
Entro 3 anni dalla liquidazione: l’INPS aggiorna l’importo e versa gli arretrati spettanti.
Oltre 3 anni dalla liquidazione: la pensione resta invariata e non vengono corrisposti arretrati.
TFS e TFR: ricalcoli possibili
Il condono contributivo non riguarda solo le pensioni, ma anche le indennità di fine servizio (TFS) e di fine rapporto (TFR). Eventuali variazioni retributive possono comportare:
un ricalcolo degli importi spettanti,
oppure il recupero delle somme erogate in eccesso dall’INPS.
Anche in questo caso, il termine dei 3 anni resta decisivo per stabilire se le modifiche possano essere applicate o meno.
Termini di intervento dell’INPS
L’INPS ha stabilito tempistiche precise per correggere errori o aggiornare le posizioni contributive:
entro 60 giorni dalla scoperta di nuovi documenti,
entro 1 anno in caso di errori materiali o di calcolo.
Questi limiti garantiscono un aggiornamento regolamentato e rapido delle prestazioni previdenziali.
Cosa devono fare i pensionati
Il condono contributivo rappresenta un’opportunità per regolarizzare situazioni pregresse e ottenere il corretto importo pensionistico. I pensionati e gli ex lavoratori sono invitati a:
verificare la propria posizione contributiva sul portale INPS,
prestare attenzione alle comunicazioni relative a ricalcoli o recuperi,
rivolgersi a professionisti o ai CAF e patronati per assistenza.
In particolare, chi ha cessato il rapporto di lavoro da meno di tre anni deve monitorare con attenzione le novità, perché potrebbe beneficiare di aumenti e arretrati o essere coinvolto nel recupero di somme versate in eccesso.