Un incremento dell’assegno pensionistico può sembrare un traguardo difficile da raggiungere, ma per molti pensionati italiani è in arrivo una novità concreta. Si tratta dell’“incremento al milione”, una misura che affonda le sue radici nel 2001, quando il primo governo Berlusconi introdusse un provvedimento volto a portare le pensioni minime all’equivalente di un milione di lire mensili, una cifra che all’epoca rappresentava un importante sostegno economico. Negli anni, il meccanismo è stato mantenuto e rinnovato, continuando a garantire un aumento significativo non solo ai titolari di pensioni previdenziali, ma anche a chi percepisce prestazioni assistenziali come l’assegno sociale o la pensione di inabilità civile al 100%.

Oggi l’obiettivo dichiarato è quello di portare le pensioni minime a mille euro, e già dal 2025 chi possiede i requisiti stabiliti dalla legge può beneficiare di un aumento mensile che, nella sua forma piena, raggiunge circa 135 euro. Per ottenerlo, l’importo della pensione deve essere inferiore al trattamento minimo, fissato quest’anno a 603,40 euro, e occorre rispettare precisi limiti di reddito individuale e familiare. L’incremento, in alcuni casi, spetta anche in misura parziale a chi percepisce una pensione leggermente superiore al minimo, purché non si superi la soglia di 739,83 euro.

La misura è rivolta principalmente agli over 70, ma l’età richiesta può ridursi in base agli anni di contribuzione, fino a un minimo di 65 anni per i lavoratori con un lungo percorso previdenziale. Per le pensioni di inabilità civile, invece, il diritto all’aumento scatta già dai 18 anni di età. L’accesso non è automatico: per ottenerlo è necessario presentare domanda, rivolgendosi a un patronato oppure utilizzando il servizio “consulente digitale delle pensioni” all’interno dell’area personale MyInps.

Con questa maggiorazione, un pensionato che percepisce 500 euro più il trattamento integrativo può arrivare a 739,83 euro al mese, mentre chi non riceve l’integrazione ma parte da un importo simile vedrà l’assegno salire a 636,44 euro. Una differenza che, per molte famiglie, può rappresentare un aiuto significativo nel bilancio mensile.