Dal 1° settembre 2025 migliaia di pensionati italiani potrebbero non ricevere l’accredito della pensione. L’INPS ha infatti inviato comunicazioni ufficiali relative alla sospensione delle prestazioni collegate ai redditi, in particolare per chi non ha trasmesso la dichiarazione reddituale relativa all’anno 2021.

Chi rischia la sospensione

I casi più numerosi riguardano i titolari di assegno sociale, ma il blocco può colpire anche:

pensionati con integrazione al trattamento minimo;

beneficiari di maggiorazioni sociali;

titolari di pensione di reversibilità collegata al reddito.

La sospensione è stata già disposta dall’Istituto e non si tratta, quindi, di un semplice avviso preventivo: chi ha ricevuto la lettera non percepirà l’assegno di settembre.

Perché l’INPS sospende la pensione

La motivazione più frequente è la mancata presentazione dei redditi 2021. L’INPS aveva già inviato una prima comunicazione di sollecito, ma in assenza di riscontro ha proceduto al blocco dell’erogazione.

Cosa fare per riattivare la pensione

Per evitare la revoca definitiva della prestazione, occorre presentare entro 120 giorni una domanda di ricostituzione reddituale per sospensione (art. 35, comma 10-bis, DL 207/2008).

Le modalità sono tre:

Online sul sito INPS – accedendo con SPID, CIE o CNS, digitando “Domanda Pensione, Ricostituzione” e selezionando “Variazione di pensione” → “Ricostituzione reddituale per sospensione”.

Tramite patronato – con l’assistenza di un operatore.

Con l’aiuto di un professionista abilitato.

Tempistiche

Anche presentando subito la domanda, l’INPS necessita di tempo per esaminare e approvare la richiesta. Questo significa che a settembre non sarà comunque garantito l’accredito: la pensione verrà riattivata solo nei mesi successivi, con eventuali arretrati.