Una nuova e ambiziosa misura fiscale potrebbe presto fare il suo debutto nel sistema tributario italiano: si tratta di una super detrazione destinata esclusivamente alle madri lavoratrici con figli, con l’obiettivo dichiarato di sostenere la natalità e incentivare la genitorialità in chiave strutturale, andando oltre i tradizionali contributi una tantum. L’agevolazione, che escluderebbe inizialmente i padri – salvo i casi di incapienza delle madri – punta a introdurre uno sgravio fiscale di portata inedita, calibrato in base al numero di figli.

Nel dettaglio, la detrazione partirebbe da una base di 2.500 euro per il primo figlio, per poi salire sensibilmente con ogni nuova nascita: 7.500 euro in aggiunta al secondo, 12.500 per il terzo, fino a 17.500 euro per il quarto figlio, delineando un beneficio medio potenziale di circa 5.000 euro a figlio. Questa proposta si inserisce in una più ampia revisione del sistema delle detrazioni, che oggi privilegia anche i contribuenti single o senza figli. L’intento è quello di ricalibrare le risorse in favore delle famiglie con figli, in particolare delle madri che lavorano, premiando concretamente chi contribuisce alla crescita demografica del Paese.

Nonostante l’impatto potenziale significativo, la misura è ancora in fase embrionale e va inquadrata come un primo passo per avviare un confronto politico e sociale su un tema ritenuto strategico dal governo. Rimangono, tuttavia, molte incognite legate alla sostenibilità economica della proposta. L’Italia è attualmente sotto procedura d’infrazione europea per deficit eccessivo e le regole di bilancio pongono limiti rigidi all’espansione della spesa corrente, che non può crescere oltre l’1,5% del PIL. A ciò si aggiungono gli impegni sul fronte della spesa per la difesa, da aumentare gradualmente in linea con gli obiettivi NATO, e le priorità già definite in ambito fiscale, come la prevista riduzione dell’IRPEF sul secondo scaglione di reddito, dal 35% al 33%.

Inoltre, questa nuova detrazione potrebbe andare a sostituire misure esistenti, come il bonus per le madri con due figli in scadenza a fine anno e quello per le madri con tre figli valido fino al 2026. In altre parole, si profila un possibile riassetto dell’intero sistema di incentivi alla maternità e alla famiglia.

Sul piano politico, la proposta ha già suscitato reazioni positive. Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, ha parlato di un «segnale incoraggiante» e ha manifestato la disponibilità al confronto. Più diretto l’intervento di Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera e esponente di Fratelli d’Italia, che ha sottolineato come trovare le coperture sarà una sfida significativa, ma necessaria per evitare che il crollo demografico metta a rischio il futuro del sistema previdenziale.

Il confronto vero e proprio, anche con i tecnici del MEF, inizierà solo dopo l’estate. Per ora resta il messaggio politico: il governo intende intervenire in modo forte sul fronte della natalità, e questa super detrazione per le mamme lavoratrici potrebbe rappresentare il cuore della nuova strategia.