Falsi attestati e tangenti sui lavori autostradali, 5 arresti

Una nuova inchiesta scuote il settore degli appalti pubblici in Campania. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un’indagine per corruzione, turbativa d’asta e falso a caric...

01 luglio 2025 08:00
Falsi attestati e tangenti sui lavori autostradali, 5 arresti -
Condividi

Una nuova inchiesta scuote il settore degli appalti pubblici in Campania. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un’indagine per corruzione, turbativa d’asta e falso a carico di cinque persone, tra cui un funzionario del Consorzio Stabile SIS, concessionario dell’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno.

Tangente da 6.500 euro per assegnare lavori: coinvolto un dirigente del Consorzio SIS
Al centro dell’inchiesta figura Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile SIS, che secondo l’accusa avrebbe ricevuto una tangente di 6.500 euro in tre tranche. Il denaro sarebbe stato consegnato da due imprenditori napoletani, Antonio Giardino e Tommaso Mauriello, per favorire l’affidamento di lavori sulla tratta autostradale.

Quattro imprenditori sotto accusa: falsi attestati e formazione mai svolta
Oltre ad Antignani, risultano indagati anche Barbara Sposato e Giovanni Castiello, accusati di aver fornito a Giardino e Mauriello falsi attestati di formazione per i dipendenti. In almeno un caso, i documenti riportavano la firma di una persona deceduta.

Secondo gli inquirenti, tra i dipendenti formalmente formati — ma in realtà mai istruiti — ci sarebbe anche un operaio rimasto vittima di un infortunio sul lavoro nell’aprile 2025. La relativa documentazione formativa sarebbe stata presentata solo dopo l’incidente, sollevando pesanti sospetti su una sistematica falsificazione delle certificazioni di sicurezza.

L’indagine parte da una denuncia per tentata corruzione
L’inchiesta ha preso il via nel luglio 2024, dopo una denuncia di un funzionario di Autostrade per l’Italia. Il testimone ha riferito di essere avvicinato da Giardino, titolare della ditta La Gardenia srl, affidataria di un appalto da 3 milioni di euro per la manutenzione di un tratto autostradale.

Giardino avrebbe tentato di corrompere il funzionario, offrendogli una busta contenente banconote da 50 euro, allo scopo di evitare ulteriori contestazioni per irregolarità già segnalate in sei diverse occasioni. Il funzionario ha rifiutato e denunciato l’accaduto ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta.

Intercettazioni e perquisizioni: scoperto presunto sistema corruttivo
Dopo la denuncia, sono scattate le intercettazioni telefoniche a carico di Giardino. Gli investigatori ritengono di aver scoperto un meccanismo strutturato, con base operativa tra Napoli e provincia, finalizzato ad aggiudicarsi appalti pubblici in diverse regioni italiane. Il sistema sarebbe orchestrato da Giardino e Mauriello, anche tramite le società La Gardenia srl e MT Ecogroup srls.

In questo contesto, Antignani avrebbe favorito l’aggiudicazione di appalti a una ditta amica, in cambio di denaro versato in tre tranche:

13 dicembre 2024: 3.500 euro in contanti

21 febbraio 2025: 1.500 euro lasciati in una busta all’interno di un vaso di fiori davanti all’abitazione di Antignani

17 aprile 2025: altri 1.500 euro

Il denaro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, proveniva da un terzo imprenditore interessato ai lavori e girato ad Antignani tramite Giardino e Mauriello, che avrebbero agito come intermediari.

Le accuse: corruzione, turbativa d’asta e falso
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni e dal sostituto Giacomo Urbano, ha portato all’emissione di decreti di perquisizione nei confronti degli indagati. Le accuse mosse spaziano dalla corruzione nell’esecuzione di pubblici appalti, alla falsificazione della documentazione obbligatoria sulla sicurezza sul lavoro, fino alla turbativa delle gare d’appalto.

Segui il Fatto Vesuviano