È polemica attorno al concerto del maestro Valery Gergiev, previsto per il 27 luglio 2025 alla Reggia di Caserta, nell’ambito del festival “Un’estate da Re”. A sollevare la questione è un appello firmato da oltre 16.000 cittadini e diversi premi Nobel, che chiedono la cancellazione dell’esibizione, definendola un atto politico, non neutrale, che rischia di legittimare le posizioni del regime di Vladimir Putin.

Appelli alle istituzioni italiane ed europee
Due lettere aperte sono state inviate alle massime autorità istituzionali italiane ed europee. Una è indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca; l’altra ai presidenti delle Camere, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.

A promuovere l’iniziativa è Memorial Italia, sezione italiana dell’associazione russa vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2022. L’obiettivo è fermare l’evento e chiedere un’inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici per iniziative ritenute «vicine alla propaganda russa».

Timori per proteste e tensioni durante l’evento
Secondo quanto riportato, la Questura di Caserta, tramite la Digos, ha già avviato un monitoraggio dell’evento. Preoccupa la possibilità che la protesta, promossa da associazioni ucraine e dissidenti russi, possa sfociare in contestazioni pubbliche all’interno della Reggia. Fonti vicine all’organizzazione indicano che molti biglietti delle prime file sarebbero già stati acquistati da rappresentanti delle stesse associazioni.

Critiche anche a un allestimento recente al Bolshoi
La figura di Gergiev è oggetto di controversia anche per la recente direzione di un’opera di Sergej Prokofiev al Teatro Bolshoi di Mosca, dove, nell’allestimento, compaiono immagini che assimilano la guerra in Ucraina alla resistenza contro il nazifascismo. Secondo i firmatari dell’appello, questa lettura rafforza la narrazione del Cremlino.

Tra i firmatari: Nobel, intellettuali, europarlamentari
Tra i sottoscrittori dell’iniziativa figurano personalità di rilievo:

Oleksandra Matviichuk, direttrice del Centro per le Libertà Civili di Kiev e Premio Nobel per la Pace 2022

Oleg Orlov, Svetlana Gannushkina, Irina Scerbakova (Memorial, Premio Nobel per la Pace 2022)

Gli scrittori Herta Müller, Jonathan Littell, Mikhail Shishkin

Il coreografo Alexei Ratmansky

La storica Anna Foa

La vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno

Nella petizione si legge:

“Questo concerto, finanziato con fondi pubblici, segna il ritorno simbolico di Gergiev sulla scena culturale europea. Non si tratta di un atto neutrale. È un gesto politico, che rischia di legittimare il regime che rappresenta e la violenza che continua a scatenare”.

Si chiede una commissione parlamentare sul ruolo della propaganda russa
Nella seconda lettera si denuncia il presunto spazio crescente concesso alla propaganda filorussa in Italia, citando anche proiezioni di documentari realizzati da Russia Today, emittente sottoposta a sanzioni da parte dell’Unione Europea. Si propone la creazione di un organismo parlamentare per monitorare la diffusione di messaggi ritenuti vicini al Cremlino.

Le reazioni politiche: Tajani, Manfredi e De Luca
Sul caso è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha dichiarato:

“Gergiev non è stato invitato dal governo, ma dal presidente della Regione Campania”.

Più prudente il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che invita a riflettere sul confine tra arte e propaganda.

Il presidente Vincenzo De Luca, al centro della polemica per l’organizzazione dell’evento, ha replicato duramente:

“La nostra è la linea del dialogo e della pace. Ma ci si turba per un concerto, mentre ogni giorno muoiono da settanta a centoventi bambini a Gaza e nessuno dice nulla. Il governo si è indignato per Gergiev, ma non ha battuto ciglio quando ha accompagnato in Libia, con un aereo di Stato, un uomo giudicato criminale di guerra dai tribunali internazionali. In quel caso nessuno si è turbato”.