Il sistema pensionistico italiano si prepara a una doppia novità nel 2026: un aumento degli assegni fino a 55 euro mensili, frutto di due distinti interventi. Da un lato, la consueta rivalutazione annuale, dall’altro un taglio dell’Irpef che interesserà anche pensionati con redditi medio-alti.

Doppio incremento degli assegni
Secondo le prime stime, a partire da gennaio 2026, i pensionati potrebbero beneficiare di un aumento netto fino a 640 euro annui, ovvero circa 55 euro al mese. Questo risultato sarà possibile attraverso due misure distinte:

Rivalutazione annuale: basata sull’indice dell’inflazione, serve ad adeguare gli importi lordi delle pensioni al costo della vita.

Riforma fiscale: un intervento sul sistema dell’Irpef, destinato a ridurre l’aliquota per i redditi medi.

Il taglio dell’Irpef
Attualmente, l’Irpef si articola su più scaglioni, con un’aliquota del 23% fino a 28.000 euro e del 35% da 28.000 a 50.000 euro. Il governo intende:

Abbassare l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%

Estendere la soglia massima del secondo scaglione fino a 60.000 euro

Questo significherà risparmi fiscali per i pensionati e per milioni di lavoratori dipendenti e autonomi.

Un risparmio concreto
Ad esempio, un pensionato con un reddito di 30.000 euro annui pagherà meno Irpef sui 2.000 euro che rientrano nel secondo scaglione. Il risparmio sarà di circa 480 euro l’anno, ovvero 40 euro al mese. Per redditi più alti, il vantaggio sarà ancora più marcato.

Come sarà finanziata la misura?
Il piano del governo prevede un recupero di circa 5 miliardi di euro da destinare a questa riforma, attraverso:

Rafforzamento della lotta all’evasione fiscale

Utilizzo del concordato preventivo

Tuttavia, non è ancora chiaro se le coperture saranno pienamente disponibili nei tempi previsti, e la misura resta legata ai vincoli di bilancio europei.

Un aiuto netto in un contesto difficile
È fondamentale distinguere la rivalutazione (sugli importi lordi) dall’intervento sull’Irpef (che incide sul netto). Quest’ultimo rende più immediato e percepibile il beneficio mensile per i pensionati, in un contesto segnato da inflazione persistente e aumento del costo della vita.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha ribadito che la riforma fiscale per il ceto medio è una priorità dell’esecutivo, anche se la sua attuazione dipenderà dalla tenuta dei conti pubblici.