Attimi di altissima tensione nel pomeriggio sulla Strada Provinciale 175, dove due carabinieri della Stazione di Santa Cecilia di Eboli sono rimasti per circa quindici minuti sotto la minaccia di un fucile puntato contro di loro da un uomo in evidente stato di alterazione.
Tutto è accaduto durante un ordinario servizio di perlustrazione, quando l’attenzione dei militari è stata attirata da un’autovettura che, lampeggiando e suonando il clacson, li seguiva con insistenza. Giunti in via Francesco Mimbelli, i carabinieri si sono fermati per prestare soccorso, ma ancora prima di scendere dalla pattuglia si sono trovati di fronte a una situazione pericolosissima.
“Se non mi uccidete, ucciderò io voi”
Il conducente dell’auto ha arrestato bruscamente la marcia, è sceso dal veicolo, si è posizionato in piedi sul montante dello sportello aperto e ha imbracciato un fucile tipo carabina, minacciando i militari con frasi inequivocabili:
«Se non mi uccidete, ucciderò io voi, e se non lo fate subito mi avvicino».
La scena si è svolta in prossimità di una zona balneare, potenzialmente affollata di civili. In un contesto tanto critico, i carabinieri hanno scelto di non reagire con l’arma di ordinanza, per evitare un conflitto a fuoco che avrebbe potuto coinvolgere anche i passanti.
Mediazione sotto la minaccia delle armi
I militari hanno così avviato una delicata opera di mediazione, cercando di dissuadere l’aggressore con fermezza ma anche con lucidità. Dopo diversi minuti di tensione, l’uomo ha accettato di riporre il fucile nella propria autovettura.
Ma il pericolo non era ancora finito: mentre gli operatori si avvicinavano per metterlo in sicurezza, l’aggressore ha improvvisamente tentato di afferrare la pistola dalla fondina di uno dei carabinieri, afferrandone il calcio.
Arresto e messa in sicurezza
Solo la prontezza dei militari, supportati nel frattempo dall’arrivo di altri colleghi, e il sistema di sicurezza della fondina, hanno evitato il peggio. L’uomo è bloccato, immobilizzato, arrestato e trasportato presso gli Uffici del Comando di Santa Cecilia, in attesa del rito direttissimo.
Indagini in corso
Sono in corso ulteriori accertamenti sull’arma utilizzata e sulle motivazioni del gesto, mentre i carabinieri ricevono in queste ore numerosi attestati di stima per la professionalità e il sangue freddo dimostrati in un’operazione ad altissimo rischio.