Con l’inizio dell’estate, molte famiglie italiane si trovano nuovamente ad affrontare una difficoltà ormai strutturale: garantire ai propri figli un’esperienza educativa e ricreativa durante la pausa scolastica, senza dover sostenere spese eccessive. I costi sempre più elevati dei centri estivi rappresentano, infatti, un peso significativo, soprattutto per i nuclei familiari con redditi medio-bassi.
La proposta per il 2025: un bonus fino a 2.400 euro
Per rispondere a questa esigenza, è stata rilanciata per il 2025 una proposta già discussa in passato – ma poi respinta – che prevede l’introduzione di un bonus centri estivi fino a 2.400 euro. Tale misura sarebbe destinata alle famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro, con l’obiettivo di ampliare l’accesso ai servizi estivi anche a chi, oggi, ne resta escluso per ragioni economiche.
La proposta presenta una duplice finalità: da un lato sostenere economicamente le famiglie più fragili, dall’altro garantire pari opportunità educative ai minori, soprattutto nei mesi estivi in cui le attività scolastiche sono sospese.
Il bonus INPS oggi disponibile: limiti e criticità
Attualmente, l’unico bonus centri estivi attivo su scala nazionale è quello erogato dall’INPS. Tuttavia, si tratta di una misura rivolta esclusivamente ai figli di dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione, iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Nel dettaglio, questo contributo copre un massimo di 100 euro a settimana per 4 settimane, con un tetto totale di 400 euro a figlio. L’importo del rimborso varia in base all’ISEE e può coprire tra il 100% (per redditi bassi) e l’80% (per redditi più alti). Tuttavia, il rimborso è posticipato a fine anno, e la misura non è accessibile a chi lavora nel settore privato o in regime autonomo. Inoltre, il contributo risulta spesso insufficiente a coprire le reali spese sostenute dalle famiglie.
Verso una misura più inclusiva
A fronte di queste limitazioni, la proposta avanzata dal Partito Democratico per il 2025 si differenzia nettamente per portata e criteri di accesso. L’idea è quella di estendere il beneficio a tutte le famiglie con ISEE fino a 25.000 euro, indipendentemente dal tipo di contratto o dal settore lavorativo dei genitori.
In concreto, il bonus coprirebbe le principali spese sostenute per i centri estivi, tra cui:
attività ludiche ed educative;
pasti e servizi di ristorazione;
gite e uscite organizzate;
costi assicurativi;
servizi di trasporto o accompagnamento.
Tutti questi elementi, spesso esclusi dai rimborsi attualmente previsti, rappresentano una componente fondamentale dell’offerta dei centri estivi. Pertanto, una misura più strutturata e universale risponderebbe meglio alle esigenze reali delle famiglie italiane.