Scandalo giudiziario nel Comune di San Vitaliano, dove questa mattina la Squadra Mobile di Napoli e i Carabinieri della locale Stazione hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 8 persone, tra cui l’ex sindaco Rosalia Masi e il marito, ex dirigente comunale.

L’ordinanza è emessa dal G.i.p. del Tribunale di Nola, su richiesta della Procura della Repubblica, e rappresenta l’esito di una complessa indagine su reati contro la Pubblica Amministrazione.

Le misure cautelari: 8 coinvolti tra carcere, domiciliari e interdizioni
Secondo quanto riferito in una nota dal procuratore Marco Del Gaudio, le misure cautelari disposte sono le seguenti:

2 arresti in carcere, 2 arresti domiciliari, 2 divieti di dimora, 1 sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per un anno, 1 divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno

Le accuse: corruzione, turbativa d’asta e depistaggio
Gli indagati, a vario titolo, sono dunque accusati di tentata concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e depistaggio.

Tra i principali destinatari del provvedimento figurano:

Rosalia Masi, sindaco dimissionario di San Vitaliano;

Il marito, già responsabile del Settore Politiche Sociali del Comune;

L’ex vicesindaco;

Il comandante della Polizia Municipale;

L’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale;

Il responsabile del Settore Ecologia;

L’amministratore di fatto e il direttore tecnico della società incaricata della raccolta rifiuti sul territorio comunale.

L’accusa: “Pubblici poteri asserviti a interessi clientelari”
Dalle indagini è emerso uno scenario allarmante di gestione irregolare e clientelare dell’amministrazione comunale, come evidenzia il procuratore Del Gaudio.

“È stata ricostruita una rete di condotte illecite che vedeva coinvolti amministratori pubblici e soggetti privati uniti da un sistema di potere finalizzato al controllo e alla gestione distorta di appalti e servizi pubblici”.

Corruzione nei Comuni: un’emergenza che non accenna a fermarsi
Il caso di San Vitaliano si inserisce quindi in una lunga lista di inchieste che negli ultimi anni hanno travolto diversi enti locali in Campania. Appalti truccati, favoritismi, pressioni indebite e abusi di potere continuano infatti a minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.