È passato ormai più di una settimana dal drammatico passaggio del Giro d’Italia a Sperone, in provincia di Avellino, ma l’eco di quanto accaduto in quella giornata resta ancora viva nei ricordi di molti. Durante la tappa campana, con l’asfalto reso insidioso dalla pioggia, si è verificata una caduta collettiva di diversi ciclisti, tra cui il campione Jai Hindley, costretto al ritiro dalla corsa.

L’incidente e l’impatto con una spettatrice
Nel punto esatto della caduta, uno dei ciclisti coinvolti ha colpito accidentalmente l’insegnante Antonella D’Avella, presente tra il pubblico. La donna ha riportato una contusione alla spalla a seguito dell’urto, definito molto violento anche dalle immagini video circolate in rete.

La stessa maestra, tramite un post sui social, ha raccontato le sue condizioni fisiche ed emotive:

“Ho una forte contusione alla spalla e da allora non riesco più a dormire la notte. L’impatto è stato violento, sarebbe potuta andare molto peggio.”

Sicurezza a bordo strada: una riflessione necessaria
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza durante le gare ciclistiche, in particolare nei tratti urbani o ad alta densità di pubblico. Nonostante i dispositivi di controllo e i cordoni di sicurezza, l’imprevedibilità delle cadute in corsa rappresenta ancora un serio rischio, non solo per gli atleti, ma anche per gli spettatori.

Un evento che poteva finire peggio
Fortunatamente, le conseguenze dell’incidente non sono state più gravi, ma quanto accaduto a Sperone è un monito per l’intero circuito sportivo: serve maggiore attenzione nella gestione della sicurezza del pubblico in zone ad alto rischio, soprattutto in condizioni meteo avverse.