Truffe parallele, stesso giorno, stesso schema. Due gioiellerie dei Parioli sono state raggirate per un totale di oltre 472 mila euro. Una vicenda che ha dell’incredibile e che oggi vede la chiusura delle indagini da parte della Procura di Roma. Gli indagati sono tre: Samuel Nikolic, 28 anni, toscano, Robert Jovanovic, 39enne serbo, e una 47enne romana, ritenuta la mente dell’operazione.

Il piano della truffa: gioielli in cambio di soldi falsi
Secondo la ricostruzione della Procura, i truffatori hanno colpito lo scorso 4 giugno, con due colpi distinti ma quasi identici. Nel primo, la 47enne – forte della conoscenza personale con i titolari – si è fatta consegnare tre Rolex Daytona, un Rolex Datejust e una collana con pietre preziose, per un valore di circa 383 mila euro, con la scusa di mostrarli a un investitore interessato.

Dopo una finta verifica dell’autenticità da parte di un sedicente esperto, i preziosi sono affidati a quest’ultimo con la scusa di metterli in sicurezza. La donna ha quindi mostrato un borsone con 600 mila euro in contanti, che si sono rivelati quasi tutti falsi, impedendo così il pagamento.

Secondo colpo a poche ore di distanza
Lo stesso giorno, con una tecnica simile, la 47enne ha raggirato un altro gioielliere, sempre nella zona dei Parioli. Stavolta ha ottenuto orecchini in oro, una collana Petochi da 12 carati di diamanti e un bracciale in oro, per un totale di oltre 88 mila euro. I gioielli sono passati a un complice davanti a un bar, mentre alla vittima ha riferito di essere a sua volta truffata con soldi falsi.

I sospetti, la denuncia e l’inchiesta della Procura
I due gioiellieri si sono resi conto di essere truffati solo qualche giorno dopo, parlando tra loro. Da lì è partita la denuncia che ha condotto alle indagini coordinate dal PM Francesco Basentini, culminate con l’identificazione dei due presunti complici della donna: Nikolic e Jovanovic.

Il Tribunale civile di Roma ha intanto disposto il sequestro conservativo dei beni della donna per un valore pari a 383 mila euro, “in ragione del fondato timore che potesse compiere atti volti a sottrarre le garanzie patrimoniali”.