L’ombra del racket torna a oscurare la città di Giugliano in Campania, dove i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato Giuseppe D’Alterio, 34 anni, noto negli ambienti criminali con il soprannome di Peppone. L’uomo è ritenuto vicino al clan Mallardo, uno dei principali gruppi dell’Alleanza di Secondigliano insieme ai Contini e ai Licciardi.

L’arresto e il sequestro
Il fermo è avvenuto nella mattinata di ieri, quando D’Alterio è stato sorpreso in possesso di una pistola calibro 7,65, risultata clandestina e pronta all’uso. Le forze dell’ordine hanno proceduto immediatamente all’arresto, contestandogli il reato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco.

Tuttavia, l’arma non è l’unico elemento di interesse emerso durante il fermo. Nella disponibilità dell’uomo sono infatti rinvenuti alcuni “pizzini”, sui quali figurano nomi di attività commerciali, somme di denaro e altre annotazioni di rilievo.

L’ipotesi degli inquirenti: racket e attività estorsive
Secondo quanto trapela da fonti investigative, gli appunti trovati su D’Alterio potrebbero essere riconducibili a un sistema di estorsioni in atto nel territorio, con il coinvolgimento di esercizi commerciali già nel mirino del clan Mallardo. Gli inquirenti ipotizzano che quei fogli rappresentino una sorta di registro delle somme estorte o da estorcere ai danni di imprenditori e negozianti locali.

Le indagini, tuttora in corso, non escludono alcuna pista e mirano a ricostruire la rete di rapporti e di pressione criminale esercitata sul tessuto economico della zona.

La posizione dell’indagato
Giuseppe D’Alterio, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, è trasferito presso il carcere di Poggioreale. Assistito dagli avvocati Luigi Poziello e Alessandro Caserta, comparirà nelle prossime ore davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord per l’udienza di convalida dell’arresto.