Il mese di aprile 2025 si presenta particolarmente favorevole per molti lavoratori italiani, grazie a una combinazione di elementi che influiscono positivamente sugli stipendi. Le buste paga di aprile, infatti, beneficiano di festività retribuite, maggiorazioni per lavoro festivo, adeguamenti contrattuali e correzioni fiscali con effetto retroattivo. Questo insieme di fattori rende il mese una sorta di “raccolto economico”, soprattutto per i dipendenti pubblici.

Festività retribuite: quando il calendario incide sulla retribuzione
Nel 2025, sia il 21 aprile (Lunedì dell’Angelo) sia il 25 aprile (Festa della Liberazione) cadono in giornate lavorative. Di conseguenza, chi usufruirà del giorno festivo senza lavorare percepirà comunque la normale retribuzione. Al contrario, coloro che saranno in servizio in queste date riceveranno indennità maggiorate, secondo quanto previsto dai rispettivi contratti collettivi nazionali (CCNL).

Maggiorazioni per chi lavora nei giorni festivi
Le maggiorazioni, ovviamente differenziate in base al settore, risultano particolarmente rilevanti in alcune categorie:

Nel settore del commercio, la maggiorazione prevista è del 30%.

Per le cooperative sociali, l’aumento è del 30%, che può salire fino al 50% in caso di lavoro notturno.

I metalmeccanici ricevono una maggiorazione del 50%.

Tali indennità coinvolgono i comparti che non possono interrompere la loro attività, come sanità, trasporti, sicurezza, ristorazione e servizi pubblici essenziali.

Settore pubblico: nuovi aumenti in busta paga
Nel frattempo, i dipendenti pubblici vedranno un ulteriore incremento in busta paga. Questo deriva dalla chiusura del contratto 2022–2024 e dall’anticipo sul triennio 2025–2027. Nello specifico, sono previsti:

Un aumento dello 0,5% per l’indennità di vacanza contrattuale.

Un anticipo del 3,35% a titolo di acconto sul nuovo rinnovo contrattuale.

Una nuova indennità progressiva, che parte da un +0,6% nel mese di aprile e crescerà fino all’1% a partire da luglio.

Tali aumenti, pur non rappresentando un cambiamento rivoluzionario, contribuiscono a rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori pubblici in un contesto economico ancora incerto.

Correzioni fiscali con effetto retroattivo: il taglio del cuneo fiscale
Un ulteriore contributo agli stipendi di aprile arriva dal taglio del cuneo fiscale, previsto dalla Legge di Bilancio 2025. Sebbene entrato in vigore con qualche mese di ritardo, il provvedimento ha effetto retroattivo a partire da gennaio. Le fasce interessate sono le seguenti:

Redditi fino a 8.500 euro: incremento netto del 7,1%.

Tra 8.500 e 15.000 euro: incremento del 5,3%.

Tra 15.000 e 20.000 euro: incremento del 4,8%.

Oltre i 20.000 euro: applicazione di una detrazione fissa, fino a un massimo di 1.000 euro, che diminuisce progressivamente fino ad annullarsi per redditi superiori a 40.000 euro annui.

Queste misure fiscali risultano particolarmente significative per i lavoratori con redditi medio-bassi, i quali vedranno un incremento tangibile della retribuzione netta mensile.

Statali: tra aumenti e correzioni previdenziali
Nonostante il quadro generalmente positivo, alcune categorie del settore pubblico dovranno fare i conti con rettifiche in busta paga. In particolare, oltre 50.000 collaboratori ATA subiranno delle trattenute relative a errori previdenziali risalenti agli anni precedenti. Tali rettifiche saranno dettagliate nella cosiddetta “busta azzurra”, la comunicazione ufficiale digitale messa a disposizione tramite il portale NoiPA.

Peraltro, si segnala che il portale NoiPA è in manutenzione fino al 7 aprile. Il cedolino sarà visibile a partire dal 15 aprile, mentre il pagamento è previsto per il giorno 23.