A partire dal 2024, il contributo mensile massimo del Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza domestica è stato incrementato da 400 a 500 euro per un periodo di 12 mesi. Questo aumento è stato stabilito da un decreto del Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, in collaborazione con i Ministeri del Lavoro e dell’Economia. Il decreto, firmato il 2 dicembre e pubblicato il 5 marzo 2025 in Gazzetta Ufficiale, stabilisce la ripartizione dei fondi destinati al supporto delle donne in difficoltà economica, con o senza figli, che sono seguite dai centri antiviolenza e dai servizi sociali. Il fondo complessivo ammonta a 30 milioni di euro, distribuiti in 10 milioni annui per il triennio 2024-2026.
Cos’è e Come Funziona il Reddito di Libertà
Il Reddito di Libertà è un contributo economico concesso alle donne vittime di violenza domestica, al fine di favorirne l’emancipazione economica e il reinserimento nella società. Il contributo può essere erogato per un massimo di 12 mesi, ed è destinato principalmente a sostenere le spese per l’autonomia abitativa e per il percorso di recupero della libertà personale. Inoltre, il sussidio aiuta a garantire il diritto all’istruzione e alla formazione dei figli minori della beneficiaria. Il Reddito di Libertà è compatibile con altre misure di sostegno al reddito, come il Reddito di Cittadinanza o altre forme di assistenza sociale.
A Chi è Destinato
Il contributo è rivolto a donne residenti in Italia che siano cittadine italiane o comunitarie, oppure, in caso di cittadine di paesi extracomunitari, in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Possono beneficiarne anche le donne straniere con status di rifugiate politiche o con protezione sussidiaria. La misura è finalizzata a garantire loro una maggiore indipendenza economica e sociale, rafforzando il loro percorso verso l’autonomia e la stabilità.
Come Accedere al Contributo
Per poter accedere al Reddito di Libertà, le donne interessate devono presentare una domanda all’INPS. La richiesta può essere effettuata direttamente dalla beneficiaria, tramite un rappresentante legale o delegato, attraverso il Comune di residenza. Le domande sono gestite tramite il modello allegato alla circolare INPS n. 166 del 8 novembre 2021, che specifica i dettagli per la presentazione delle domande, i requisiti necessari e le modalità di erogazione del contributo.
In particolare, il sistema prevede che le domande siano inserite dai funzionari comunali attraverso un’apposita procedura online attivata sul sito dell’INPS. Nel caso in cui il budget per un determinato periodo di tempo non sia sufficiente a coprire tutte le domande, quelle non ammesse per mancanza di fondi potranno essere accolte in seguito, una volta che si libereranno nuove risorse.