In Veneto, un’iniziativa promossa dalla SPI Cgil di Verona ha permesso a numerosi pensionati di ottenere significativi aumenti mensili e di recuperare arretrati fino a 1.900 euro. L’operazione ha avuto un impatto notevole, evidenziando come molti pensionati non siano a conoscenza di alcuni diritti inespressi, ossia somme che spetterebbero loro ma che non vengono erogate automaticamente dall’INPS.

L’iniziativa della SPI Cgil e il problema dei diritti inespressi
Il sindacato ha avviato nel 2023 una campagna di sensibilizzazione per aiutare i pensionati a verificare il calcolo delle loro pensioni e individuare eventuali importi non percepiti. Molti trattamenti pensionistici includono maggiorazioni, integrazioni, assegni e altre somme aggiuntive, che però devono essere espressamente richieste dai beneficiari.

L’INPS, infatti, non riconosce automaticamente questi importi, a meno che il pensionato non presenti una specifica richiesta. Di conseguenza, molti pensionati finiscono per ricevere una pensione più bassa rispetto a quella cui avrebbero diritto.

Grazie al lavoro della SPI Cgil, numerosi iscritti hanno ottenuto in media:

127 euro in più sulla pensione ogni mese
1.900 euro di arretrati
Fino a 5 anni di arretrati, nel caso in cui i requisiti fossero maturati in passato
Un recupero complessivo di oltre mezzo milione di euro
L’operazione ha riguardato oltre 240 pensionati nel Veronese e ha portato l’INPS a riconoscere complessivamente oltre 500.000 euro in aumenti e arretrati. Alcuni casi particolari hanno evidenziato recuperi ancora più elevati, come nel caso di un titolare di Assegno Sociale, che ha ricevuto ben 15.000 euro di arretrati per una maggiorazione non corrisposta fin dal compimento del 67° anno di età.

Come verificare se si ha diritto a un ricalcolo della pensione
Considerando che, secondo le stime, circa una pensione su tre è liquidata dall’INPS con importi errati, la stessa procedura potrebbe essere utile anche ad altri pensionati in tutta Italia. Chi sospetta di non percepire il giusto importo può rivolgersi a un patronato, un sindacato o un esperto del settore, che può verificare la presenza di diritti inespressi e avviare la richiesta di ricalcolo della pensione.