La comunità ciclistica italiana e campana è in lutto per la tragica scomparsa di Crescenzo D’Amore, già ciclista professionista, morto in un drammatico incidente stradale avvenuto sulla Rotonda di Pomigliano. D’Amore, nato il 2 aprile 1979, ha segnato una pagina importante del ciclismo campano con i suoi successi giovanili e professionistici, pur vivendo una carriera segnata da alti e bassi.

Un talento precoce e scintillante
Crescenzo D’Amore si impose all’attenzione del mondo ciclistico fin da giovanissimo. Il suo primo grande exploit arrivò nel 1996, quando conquistò la medaglia d’argento nel chilometro da fermo su pista ai Mondiali giovanili di Novo Mesto, Slovenia, a soli 17 anni. L’anno successivo, nel 1997, si laureò campione del mondo juniores su strada a San Sebastian, in Spagna, dimostrando un talento naturale e una determinazione fuori dal comune.

Gli anni da professionista
D’Amore passò tra i professionisti già nel 1999, vestendo i colori della prestigiosa squadra Mapei. Al debutto, conquistò una frazione della Vuelta di San Luis in Argentina, un successo che lasciava presagire un futuro brillante. Le sue migliori stagioni arrivarono tra il 2003 e il 2004, quando corse con la maglia di Acqua e Sapone. Durante quel periodo, si distinse come velocista, vincendo una tappa della Settimana Coppi e Bartali a Scandiano, battendo il temuto Jan Svorada. Nel suo palmarès figurano anche due terzi posti in volate di gruppo al Giro d’Italia, risultati che gli valsero il rispetto dei colleghi e degli appassionati.

Una carriera breve, una vita complessa
Nonostante il promettente inizio, la carriera di D’Amore subì delle battute d’arresto. Dopo alterne vicende sportive, concluse la sua attività agonistica nel 2011 con il team Androni. Successivamente, dovette affrontare anni difficili, segnati dalla precarietà lavorativa e da scelte professionali complicate. Tuttavia, Crescenzo era un combattente: riuscì a vincere una dura battaglia contro una grave malattia ematologica, dimostrando il coraggio che aveva sempre caratterizzato la sua vita.

Una tragica fine vicino casa
La sua vita si è spezzata tragicamente sulla strada, vicino alla sua Pomigliano, dove aveva mosso i primi passi verso il ciclismo professionistico. Era il luogo dove, da bambino, aveva sognato di diventare un grande atleta, e dove la sua corsa, purtroppo, si è fermata.

Un ricordo indelebile
Crescenzo D’Amore lascia un ricordo di talento, passione e resilienza. La sua storia è quella di una stella che ha brillato brevemente, ma intensamente, nel firmamento del ciclismo italiano. La sua morte è una perdita dolorosa per il mondo dello sport e per tutti coloro che lo hanno conosciuto.