La vicenda di Vincenzo P., un detenuto salernitano nel carcere di Avellino-Bellizzi Irpino, solleva un nuovo caso di malasanità legato alle lentezze burocratiche e alle inefficienze del sistema penitenziario italiano. Vincenzo, figlio di un ex collaboratore di giustizia, è stato arrestato e condannato per spaccio di droga, coinvolto in un’operazione che smascherava pusher rider che, durante il lockdown per il Covid-19, utilizzavano le consegne a domicilio come copertura per la loro attività illecita. Tuttavia, il problema principale riguarda la sua condizione di salute, che si sta rapidamente deteriorando, al punto da portarlo quasi alla cecità.
Il Caso di Malasanità
Vincenzo P., tossicodipendente e condannato per reati legati allo spaccio, ha sviluppato durante la sua detenzione una grave patologia oculistica che lo sta portando alla perdita della vista. Il problema non è solo la malattia, ma la mancanza di cure adeguate e tempestive all’interno del carcere. Nonostante le ripetute segnalazioni e le richieste da parte del suo legale, Vincenzo Rispoli, la situazione sanitaria del detenuto è stata ignorata o sottovalutata.
In particolare, l’avvocato ha presentato due richieste di scarcerazione per permettere a Vincenzo di ricevere le cure mediche specialistiche di cui ha urgente bisogno. Una delle richieste è rigettata, mentre l’altra è ancora in attesa di una decisione da parte del Tribunale di Sorveglianza. Il carcere, pur avendo un medico che ha firmato una relazione di incompatibilità del detenuto con il sistema penitenziario, non è riuscito a garantire le terapie adeguate.
Lentezza Burocratica e Sciopero della Fame
Uno degli aspetti più frustranti della vicenda è la lentezza burocratica. Una semplice comunicazione tra uffici tramite PEC (posta elettronica certificata) può richiedere settimane, aggravando ulteriormente la situazione. Nessuno sembra comunicare efficacemente con il giudice di Sorveglianza, lasciando Vincenzo in una condizione di sofferenza e senza assistenza medica adeguata.
Preoccupato per la sua salute e ormai prossimo alla cecità bioculare, Vincenzo ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame, informando il suo legale della drammatica decisione. Nei giorni scorsi, l’avvocato Rispoli ha anche inviato una lettera di messa in mora al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per cercare di sbloccare la situazione e ottenere un’azione rapida per il suo assistito.
Le Parole dell’Avvocato
L’avvocato Rispoli ha sottolineato come l’emergenza sanitaria di Vincenzo fosse già nota da tempo e che, nonostante una precedente istanza di detenzione domiciliare speciale o sospensione della pena per consentire le cure, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha rigettato la richiesta, sostenendo che la patologia potesse essere curata adeguatamente anche in carcere. Tuttavia, la realtà sembra dimostrare il contrario, con la salute del detenuto che peggiora progressivamente.
L’avvocato ha dichiarato di aver rispettato la decisione della Magistratura, confidando nel fatto che il sistema carcerario avrebbe garantito le cure necessarie. Ma, alla luce degli ultimi sviluppi, è evidente che il percorso intrapreso non sta fornendo il supporto sanitario di cui Vincenzo ha urgente bisogno.